19.11.08

-18 Le spine senza le rose

Nella bottega della gioia ci sta un prestigiatore. Basso che fa anche un po' il buffone, e ride e ride e ride. Il prestigiatore della gioia sorride e ti fa un trucco. E dove non c'era niente appare una rosa, e tu il trucco non lo vedi ma ci credi. Ché la rosa è senza spine, e il trucco - dici - è tutto lì.
Ora io mi chiedo, e chiedo a te, ma le spine dove stanno?
Già.
La rosa senza spine e le spine senza rose.
Mah.
Mi prende la perplessità. Insomma, voglio dire: bisogna controllare, tante volte uno sulle spine ci cascasse. Sai che male? Alla fine mi son messo a cercare, ché dal dubbio non dormivo. Finché una sera, furtivo, aggiro il prestigiatore e quatto quatto nel retro m'infilo.
Stupore!
Delle spine non c'è traccia.
Ohibò, penso, e Alla faccia!
questo è proprio uno stregone,
altro che prestigiatore!
Così però mi prende il timore che lo stregone m'abbia visto coi poteri, gli occhi dietro la testa o quelli di un topo amico tra le pieghe del tendone. Vabbe', mi dico, tanto fuori fanno festa e il danno è fatto: tanto vale pedalare, continuare a rischiare, indagare, spiare e magari riuscire a copiare 'sta magia della rosa senza spine.
È tutto un caos di pozioni e flaconi, fusti e bidoni, casse e cassoni. Ma spine niente. Non una in terra, dietro un fiasco, su di un alambicco, nel pestello. Né però trovo le rose. Magari un petaluzzo, una fogliolina, stami, pollini o boccioli. Niente.
Ma allora ditelo no? è un prodigio! non c'è trucco e non c'è inganno! Signore e signori, lui dal nulla crea le rose senza spine! Due dosi d'ingredienti et voilà, una rosa apparirà.
Ma che usa che usa che userà mai questo stregone? E mi metto lì a rovistare tra i volumi, ci saranno pagine di incantesimi, ricette di magia, apritisesami e abracadabre. Trovo elisir di gioia e fiaschette di godimento, mantelli dello splendore e stoffa delle tasche piene, c'è il minimarket delle meraviglie - per chi se le può permettere, beninteso.
Ma io voglio gl'ingredienti!
Eccola lì, la cassa di ferro vellultato con scritto INGREDIENTI spalancata davanti ai miei occhi mentre lui è fuori a fare i suoi prodigi e intascar quattrini. Piena di barattoli, con le componenti base della magia davanti a me. Li tiro fuori uno dopo l'altro, incredulo, sempre più stupito.
Ecco, il primo, un fluido rosso vivo. L'etichetta dice:
dolore di coppia separata dal lavoro inseguito
E poi nel secondo, a grana fine, polvere di contratto, biancastra e fragile.
Il terzo è grosso e pesante, sembra petrolio ma vibra come un fischietto. Leggo:
distillato di paura nel buio urbano desolato
Col cuore in gola continuo, un barattolo che ronza e fischia e trema sembra vuoto, l'apro. È eco di grida domestiche. Ho i brividi al cuore.
Ci sono fumi di speranze infrante. Nella scatola di legno trovo cuore di mamma, a pezzettini. Ecco brandelli del morto bianco. Stillicidio del degente. Succo di cervello in cattività. Raccolti su uno schermo trovo gli occhi di bambina incantata. E questa lunga striscia, che non capisco che sia... sessanta centimetri di vita.
Ceneri d'accampamento.
Ultima esalazione di pensionato strozzato.
Vapori di risparmi.
Essenza di affetti stroncati.

Eccoli gli ingredienti della gioia dello stregone.
Quante spine per un trucco da prestigiatore.