19.3.09

-17 Emile Durkheim, Carolina Lussana e il canguro

Lo so, state già cercando di incastrare i tre elementi del titolo per capire che diavolo di senso hanno. Metteteci che il sottotitolo di questo post è:
uno studio sulle contraddizioni del Partito Democratico
e il caos è fatto.
Rinunciateci: questo non è un post con del senso. Questo è un tema sul quale ci vuole almeno fastidio per avere una trattazione che possa apparire un po' sensata.
Io vorrei solo dare alcuni suggerimenti, neanche troppo colti, per provare ad interpretare il momento. Sarà prima d'obbligo istruirvi sulla triade.
Emile Durkheim è il padre, universalmente riconosciuto, della sociologia. Alcuni, i più esistenzialisti, lo ricorderanno per Il Suicidio (1897), testo che mi sento di suggerire a tutti gli emo ado-depressi così, forse, scoprono quanto sono schifosamente condizionati, la smettono di frignare e si redimono. Ad ogni modo, l'Opera di Durkheim è Le forme elementari della vita religiosa (1912). Un libro ambientato in Australia. E qui eccovi una mezza idea su cosa ci porti dalla sociologia ai canguri. Questi ultimi, infatti, sono animali totemici ricorrenti nella cosmologia australiana, e quindi immancabili in uno studio sulla religione totemica. Va detto, per amor d'esattezza, che il succoso bruco witchetty è molto più frequente. E il bruco witchetty non ha nessuna relazione con Carolina Lussana.
La trentasettenne parlamentare bergamasca - che milita, manco a dirlo, nella Lega Nord - è nota per le sue battaglie pro-life, sempre a sostegno della Famiglia e della tutela del corpo delle donne, nonché per l'esercizio della prostituzione in quelle che, a tutti gli effetti, tratteggia come case chiuse. Una strana, ma non inedita, commistione di pseudofemminismo autoritario e legalitarismo.
Cosa lega Carolina Lussana, il canguro e Durkheim?
La risposta potrebbe essere tra le vostre gambe.
Si tratta del pene.
No, il legame non è aritmetico: non è che Carolina Lussana non ne ha, Durkheim ne ha uno e il canguro due. No.
Ah, sì, il canguro ne ha due. Cioè, è uno ma è bifido. Sì, be', visti i precedenti era inevitabile che in questo blog a un certo punto si parlasse di cazzi. Fra l'altro la fisiologia dei marsupiali è molto interessante. Per esempio le cangure (e tutte le marsupiali) hanno due vagine e due uteri, però con un solo ingresso. Sorprendentemente, fanno solo un pupo alla volta. L'altro lo congelano così se il primo schiatta c'è già il sostituto pronto senza la necessità di un altro accoppiamento. Insomma, sono più o meno in regola con la Legge 40: poco sesso, tanta prole. Alla domanda: come fa pipì un canguro con due peni? la risposta è: ha la cloaca come gli uccelli. Si apre il portellone e via tutto, cacche e pipì.
(però salta e non vola)

E tanto mi basta per dire che gli antropologi che sostengono che gli aborigeni si subincidono per imitare i canguri sostengono una vaccata col botto: gli aborigeni, infatti, non fanno cacca e pipì insieme saltellando sulle alture di Canberra.
Ed eccoci arrivati. All'anello mancante, intendo.
Roba per stomaci forti.
Chi tra voi sta pensando, per via della vaccata col botto, che l'anello mancante sia connesso a qualche americano deficiente che riempie palloncini di scorregge di vacca e poi gli dà fuoco facendoli esplodere ha visto troppi film di Bondi&DeSica.
No, dolcezza, la parola chiave, l'anello mancante, è la subincisione.
Ora, in condizioni normali farei tipo un link dov'è spiegato di che si tratta, ma la faccenda è hard, molto hard. Pertanto sarà il caso di procedere per gradi e garantirvi il giusto distacco.
Torniamo, quindi, a Carolina Lussana. Costei ha proposto, lo scorso 30 aprile 2008 (cioè appena insediata, ndr) ben tre disegni di legge. Quella che ci interessa è la proposta di legge 666. No, non è uno scherzo, si tratta davvero del numero della Bestia, e non avrebbe potuto essere più appropriato, da un certo punto di vista.
Il titolo è: "Modifiche al codice penale concernenti la disciplina dei reati di violenza sessuale nell'ambito dei delitti contro la vita e l'incolumità individuale". L'articolo 13 comma 1 introdurrebbe nel codice penale il "trattamento farmacologico di blocco androgenico totale, previa valutazione da parte del giudice della pericolosità sociale e della personalità del reo, nonché dei suoi rapporti con la vittima del reato", che per noi comuni mortali sarebbe la castrazione chimica. Che per noi maschietti fa abbastanza 666. La questione è tornata alla ribalta recentemente, in particolare nel dibattito sul pacchetto sicurezza e relativi emendamenti. Bocciato, l'emendamento della Lega verrà riproposto nel ddl sui reati di violenza sessuale. Ma, come potete leggere nell'articolo della Stampa appena linkato, con un'interessante variante: salvo i casi di obbligatorietà di cui al comma 2 (recidiva e pedofilia), non starà alla discrezionalità del giudice stabilire la castrazione chimica, bensì alla volontà del condannato che, in buona sostanza, potrà commutare parte della pena detentiva in pena corporale.
E qui torniamo alla subincisione. La pratica, che Durkheim non esita a definire a più riprese "dolorosa", può oggi andare sotto il nome tecnico e pulitamente greco di meatotomia, ovvero l'incisione del meato urinario. Ma la subincisione è, appunto, sub- e non semplice -tomia. E qui l'immaginazione ha delle difficoltà: se piscio dal buco in cima, capisco che per farmi tipo uscire un enorme calcolo magari fanno una meatotomia, ma la subincisione dove la fanno? dentro? Sotto? Ma sotto cosa? Ulteriori ricerche (segnatamente l'apposito dizionario di antropologia Fabietti-Remotti) parlano di "incisione del pene dallo scroto al meato uretrale", e uno, immediatamente, pensa a un buco. Perché far percorrere alla pipì tutta la strada su per il pene quando uno può farsela sui piedi praticando un comodo forellino alla base? (magari da decorare con una perlina/tappo o sonasègaìo). Ok, pacifico che i popoli del mondo hanno abitudini assurde (tipo portare a spasso i cani o indossare scarpe con tacchi di 15 cm), ma questa proprio non mi tornava. Così, visto che continuavo a non visualizzare la subincisione, ho tentato un approccio meno teorico e più "sul campo". E visto che nel Queensland non c'è il WiMax, mi sono rivolto ai neotribali, comunità - online e non - di gente dedita a pratiche come il tatuaggio, il piercing e il branding. Ero certo che avrei trovato dei rilievi fotografici della cosa, e infatti finalmente scopro in che consiste, in pratica, 'sta benedetta subincisione.
Non era la definizione del dizionario ad essere poco chiara, è che la pratica ha davvero dell'incredibile.
Un pene parzialmente subinciso risulta così:

Poiché la pratica è graduale e il sangue genitale, presso gli aborigeni, ha un valore particolarmente sacro, nel lungo periodo il pene si trasforma.



Fino alla completa bisezione.
selfdone with lust - jack6

Ma se la trattazione che ne dà BMEzine (Body Modification Ezine) nel suo wiki mantiene il tono piano di uno strumento comunque enciclopedico, i riscontri neotribali sono assai più interessanti. Nel numero 15 del PFIQ (Piercing Fans International Quarterly, il trimestrale internazionale dei fan del piercing) Carl Carrol, scriveva:
My decision to surgically remodel my genitals was deliberate, of deep satisfaction to me, highly exciting, sexually adventurous, and erotically exhilarating...Full erections are still maintained as previously, but now in two complete, separate halves. The erotic zones of my penis are still the same, with orgasms and ejaculations functioning perfectly. Entry into the vagina requires a little extra effort for insertion, but once my penis is inside, its opened effect on the vagina's inner lining is more pronounced, giving better, female orgasmic feelings.

[La mia decisione di rimodellare chirurgicamente i miei genitali fu deliberata, di grande soddisfazione, altamente eccitante, sessualmente avventurosa ed eroticamente esilarante... Si conservano delle piene erezioni, come in precedenza, ma adesso in due metà separate e
complete. Le zone erotiche del mio pene sono sempre le stesse, con orgasmi ed eiaculazioni che funzionano perfettamente. L'ingresso nella vagine richiede un certo supplemento d'impegno per l'inserimento, ma una volta che il mio pene è all'interno, il suo effetto aperto sui tessuti interni della vagina è più accentuato, dando migliori sensazioni orgasmiche femminili]

Il suo pene nel 1982 appariva - pubblicamente - così:

Per Carrol, dunque, si tratta di una pratica che potremmo definire edonistica. Diversa, invece, la posizione di jack6. Per intenderci, si tratta dell'uomo che ha pubblicato la foto del proprio pene completamente bisecato (e il coltello), intitolandola Selfdone with lust. Jack, secondo la sua bio, è un uomo tedesco sposato, di 60 anni, con 4 figli. In una discussione sulla glandectomia, alla domanda "perché lo fate?", risponde:
Penso che vi siano poche ragioni. Per quanto mi riguarda ho il desiderio di modificare e tagliare i miei attrezzi sessuali. Da ragazzino ho staccato pezzi del mio lungo prepuzio e la cosa era molto hot ed eccitante. Sempre, nella mia vita, era meraviglioso pungere con degli aghi la pelle del sesso, il cazzo e le palle. Era contemporaneamente meraviglioso e rilassante. Ma io l'ho soltanto tagliato in due metà. Rimuoverne pezzi - ne ho paura, ma sento che il desiderio esiste. Talvolta lo sogno, che mia moglie tagli via le mie palle durante l'atto sessuale. L'immagine è molto hot e folle per me!!! E un cazzo senza ghianda è molto eccitante per me e credo anche per altri. Così hanno il desiderio di sessioni di rimozione finché la loro regione pubica non è liscia come quella di una donna, penso. Un'altra ragione potrebbe essere, che il cazzo sarebbe più duro senza ghianda, perché sarebbe necessario meno sangue per riempire il cazzo. E quando sarai più anziano, realizzerai che la durezza e durata del tuo cazzo su lunghi periodi di sesso non è così facile come da giovani!!! Così la ghianda mancante rende il cazzo più pieno e più duro.

Se Carrol pensa al piacere della partner, jack6 è centrato sul proprio. Carrol fa degli esperimenti, jack6 continua a fare quello che faceva, portandolo sempre un po' oltre. Ciò che, a mi modo di vedere, li accomuna è la trasformazione del pene in organo esclusivamente sessuale. La minzione in piedi è impossibile, ci si deve sedere. L'uretra perde di funzionalità. L'eiaculazione è presente, ma senza schizzi e, al limite, il pene subinciso è in grado di accogliere in sé l'orgasmo femminile. In questo si torna al canguro, il cui apparato genitale, come abbiamo detto, non è anche apparato urinario. Così il pene bifido del canguro si avvicina molto all'organo di quegli uccelli (come cigni e anatre) che non si riproducono mediante la semplice estroflessione della cloaca. Tale organo, in inglese lo chiamano phallus, in francese pseudo-pénis o semplicemente pene, come in italiano. Nella denominazione inglese/latina, prevale quindi la volontà di sottolineare la distizione di funzioni tra il pene e il fallo a tutto vantaggio del suo uso sessuale e del suo valore simbolico (serve richiamare Leda e il cigno?). Quale che sia la denominazione, il punto interessante è la trasformazione dell'organo per l'incremento del piacere erotico, proprio o del partner.
E qui arriviamo a Carolina "666" Lussana e alla castrazione volontaria.
Mettiamo da parte gli eunuchi, mettiamo da parte la costruzione di potere pubblico e il suo rapporto con evirazione, castrazione e altri atti di "mortificazione del corpo"; mettiamo da parte, per amore di omogeneità categoriale, tutto ciò che è atto di conversione, di sacrificio di un "capitale simbolico" in capitale d'altro genere, speso spesso per ottenerne effetti pubblici o politici. Mi interessa la continuità, la modificazione dell'organo sessuale entro un'attività concepita come attività di piacere sessuale.

ciao
sono olandese, slave 24/7 da ormai quasi dieci anni. ho molti piercings e tatuaggi, principalmente genitali. il mio master vuole che io adesso sia castrato e vuole sostituire le mie noccioline [nuts] con delle palle di ferro, o semplicemente tagliare via del tutto il mio scroto. Ma prima vorrebbe, come precedente, rimuovere i miei capezzoli. Probabilmente quando lo si potrà fare e le condizioni fisiche non avranno troppo impatto vorrà anche che il mio cazzo sia rimosso. Non vogliamo fare esperimenti e vogliamo che sia fatto da un chirurgo espero in una klinica e non avere problemi con le autorità. qualcuno ha dei suggerimenti su cliniche o ospedali dove realizzano queste richieste [?]

Questo è hans, in una richiesta del 31 gennaio. Tre settimane dopo ci scrive che:
ciao gays grazie per il consiglio
Il mio master ha studiato ed è in contatto con varie persone dalla grecia all'estremo oriente. Nell'est è in contatto con un ricco gay che vuole pagare un buon chirurgo a patto che tutti i miei genitali siano rimossi e che li si consegni successivamente a lui. Vi dirò di più del piano del mio master in privato. L'operazione può essere fatta gradualmente dal momento che sono ancora a disagio rispetto all'idea di perdere anche il mio cazzo. Be' non mi è stato consentito di eiaculare negli ultimi anni ma mi sento ancora un uomo. Le estremità dei miei capezzoli verranno rimosse a breve
per adesso

Se c'è almeno una cosa che emerge è che la volontà è relazionale, e non individuale. In questo caso particolare, la circolazione del denaro e quella del piacere si trovano in un paniere economico misto da cui l'unica persona esclusa - e forse non è un caso - è il medico, il solo a cui il piacere sia negato e, contemporaneamente, il solo a compiere un'azione riconosciuta come lavoro che valorizza, economicamente, i genitali mediante l'intervento di asportazione a beneficio della coppia slave/master.
Il détournement ironico m'impone di sollevare una questione: care le mie signore del PD (e anche i miei signori del PD), com'è possibile che, nel vostro sconfinato relativismo culturale e nel vostro immenso liberalismo, definiate "barbarie" la proposta dell'on. Lussana? Se lo stupratore fosse un aborigeno che fareste? Se fosse uno slave? Se lo slave fosse stato costretto a stuprare per ottenere la castrazione chimica? E via ipotizzando...
Una seconda questione riguarda Fini e, in generale, la destra. Consapevoli, ben consapevoli del fatto che molti stupratori sono padri e mariti italiani, c'è un nesso tra la loro ferma opposizione all'emendamento della Lega e la tradizione virilista di cui i nazionalalleati sono portatori?
Infine, veniamo alla nostra Lussana. Che posizione occupa nella circolazione sessuale la volontà castratrice e autoritaria che lei stessa incarna? Che eros esprime Carolina Lussana? Che atto sessuale è in corso tra stato e cittadini? Queste, le rivolgo al buon fastidio, più acuto e versato di me a impostare meglio le domande e tracciare, spero, delle risposte.

16.3.09

Telecom Italia e il Diritto

Le politica e il web, si sa, bisticciano. Potrei rimandare, ad esempio, alle varie proposte Carlucci e Barbareschi sui blog, al Rapporto Caio sulla proprietà e la gestione della rete telefonica, alle bagarre sulle responsabilità dei blogger e degli utenti all'epoca del 2.0
Invece no, scrivo una cosa sul mio piccolo, sul mio piccolissimo, dal mio microcosmo.
Il post precedente di questo blog rimandava ad un incipit scritto per partecipare a un concorso e pubblicato su un altro blog creato appositamente.
Già le modalità di partecipazione e di voto potevano sollevare dei dubbi e delle perplessità: la lunga trafila di registrazione, l'inserimento dei dati (peraltro facilmente falsificabili), la creazione di pagine e profili erano chiaramente volti a gonfiare artificialmente il numero di utenti di Virgilio, con le ricadute statistiche, e quindi di peso relativo sul mercato web italiano, che tutt_ potete immaginare.
Il 5 marzo si chiudono i voti. Il 6 abbiamo saputo quali racconti sono stati selezionati e passano alla fase successiva. In attesa di commenti e suggerimenti da parte della "e-guide" (tale Linda di ScuolaHolden), oggi lunedì 16 marzo mi arriva un'e-mail in cui mi si chiede di firmare una liberatoria.
È normale, credo, in qualsiasi concorso, che si accettino termini generali di un contratto. È altrettanto normale che l'opera vincitrice, premiata in denaro, sia contestualmente obbligata alla cessione dei diritti agli organizzatori: per un esordiente spesso un premio è più di quanto si otterrebbe con la vendita o dei contratti editoriali. Fin qui, pur restando tutte le critiche alle politiche del diritto d'autore, lo scambio mantiene una parvenza di equità.
Ma andiamo a noi. In teoria io entro il 15 aprile dovrei consegnare il resto del testo. A oggi non ho ricevuto una riga di "suggerimenti" dalla "e-guide". Leggo la liberatoria. Anzi, potete leggerla tutta qui, ma io riporto gli elementi salienti:
1) di cedere sin d'ora a Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura con sede in Roma, via dei Magazzini Generali 20/A e a Telecom Italia S.pA., con sede in Piazza degli Affari, 2.20123, Milano (di seguito "i Promotori"), per tutto il mondo e senza limitazioni temporali, in via esclusiva, ogni e qualunque diritto di sfruttamento, in qualsiasi forma e con qualunque mezzo, presente e futuro, ed in particolare: di riproduzione, adattamento, pubblicazione, diffusione, esecuzione e rappresentazione in pubblico, comunicazione al pubblico, messa a disposizione del pubblico, distribuzione, traduzione,
elaborazione,
noleggio e prestito, dell’Opera che il/la sottoscritto/a caricherà sul Sito. Resta inteso che i suddetti diritti potranno essere esercitati direttamente dai Promotori ovvero da soggetti terzi autorizzati dai Promotori stessi; nel qual caso resta inteso che i Promotori potranno individuare tali soggetti terzi nonché negoziare e concordare autonomamente con detti terzi le condizioni per l'esercizio dei suddetti diritti, a propria discrezione.
Il punto è duplice, un'endiadi concettuale: IO non posso più riprodurre, diffondere, adattare, elaborare. SOLO TELECOM può farlo. E questo da adesso, cioè indipendentemente dall'esito e relativamente a 25 opere (per 4 sezioni di concorso, fa 100 opere).
Penso che si chiami "lavorare gratis".
Io se lavoro gratis lavoro per la collettività, non per il privato.
Il privato paga. È il mercato, bellezza.
O no?

Nota - gratuita - per il ramo marketing della Telecom: siete i soliti provincialotti e sperate, come sempre, di aggirare l'utente con lo spaventoso giuridichese. Così funzionerete sempre meno bene della concorrenza: cose come YouTube o xTube funzionano - remunerazione o meno - perché il narcisismo dell'utente che diventa produttore di contenuto è completamente soddisfatto. La gioia di essere in vetrina fa il paio con la tutela della proprietà, ovvero la consapevolezza che posso rimuovere, modificare, riprendere, copincollare, smontare e rimontare quello che ho messo su un sito. Se decidete di impossessarvene a priori la struttura inizia a scricchiolare. Mettere questi contenuti sotto chiave, poi, è una pratica di senso inverso e opposto a quello in cui marcia la Rete. La Rete è anche diffusione senza controllo, è possibilità di citare all'infinito, di diffondere sorgenti, link, file. È godimento nell'esibizione di sé. Persino da quest'ottica impolitica, dunque, la possibilità di non vincere e per ciò stesso veder finire il proprio lavoro in qualche archivio telecom sotterraneo, sotto chiave e inaccessibile a me stesso, me autore, me creatore, me superegoico generatore dell'Opera, è il più terribile degli spettri. Se non vi siete accorti di questo, evitate di fare i concorsi a tema "una generazione avanti". Risultate ottocenteschi.