13.5.10

il tempo

"bisogna non avere nient'altro da fare per fare una cosa simile"

(tipo dipingere quadri astratti o studiare i padri di Deleuze)
non so se l'arte sia figlia dell'essersi liberati dalle necessità del quotidiano, ma la chiave dell'emancipazione e della riappropriazione del tempo, dell'emancipazione dal lavoro - e non solo quindi del lavoro - è anche la sua gabbia cognitiva. Pensate: a chi sentite di potere attribuire quella frase di senso comune?

ipotesi di lavoro per una fenomenologia del giudizio di "perdita di tempo"

11.5.10

La minestra riscaldata

Franco La Cecla, Modi bruschi, Bruno Mondadori, Milano 2000, 11€, 198 pagine

e oggi la repubblica celebra uno dei testi più orribilmente dicotomici con un'intervista all'autore in occasione della ripubblicazione decennale di:
Franco La Cecla, Modi bruschi, Eleuthera, Milano 2010, 13€, 168 pagine con prefazione (cioè, pure 30 pagine di meno, e 2 euro di più!).

Il più colossale misreading della teoria queer. E l'ennesimo tassello nella strategia di riaffermazione di una maschilità che sa di ancien régime. Bleah.
(e con questa continuo a non capire la strategia informativa di Repubblica; sembra quasi che la diriga D'Alema)

Fra l'altro in quadretto dev'esser stato proprio bellino. Da una parte c'è Silvana Mazzocchi - l'intervistatrice - che non s'è accorta che il libro ha già 10 anni, e lo presenta come una novità ("Ad andare contro i luoghi comuni correnti e le versioni politically correct che hanno messo il maschio all'indice, è ora un libro intelligente e stimolante firmato da Franco La Cecla"), non rendendosi poi conto  che tra il "mettere all'indice" e il politically correct c'è un'evidente contraddizione scajolana, e dall'altra lui che per incipit nel libro usa un bel ricatto morale: "Ogni uomo intelligente e sensibile sa che la condizione maschile oggi può essere molto dolorosa". E se non sei d'accordo sei freddo e cretino (e anche un po' femminuccia), quindi vedi d'essere d'accordo, chiaro? Il resto è la storia di un povero accademico che manca della creatività sufficiente a ripensare la propria soggettività e il proprio stare al mondo e non trova niente di meglio che fare la vittima. Da dieci anni a questa parte.
Secondo me è un masochista esibizionista mitomane, ma lo dico in simpatia, sennò mi denuncia.
L'ultimo paragrafo dell'intervista è un capolavoro di retorica berlusconiana. "Un nuovo rapporto tra i sessi prevede la riscoperta del carattere "culturale" della sessualità e dell'identità sessuale." Si chiama costruzionismo. Non solo è in campo da circa 40 anni, ma è anche alla base delle teorie queer e di genere che non hai capito, ma come se non bastasse la frontiera oggi sono gli studi sul rapporto cervello/mente/coscienza/identità, non gli archetipi di Jung. Sulle rappresentazioni culturali e le costruzioni abbiamo detto tutto, la teoria è esaurita, si tratta di fare pratica e semiotica, si tratta di intervenire e prendere la parola in questa cultura, giocare con il canone, torcerlo, corrodere la dicotomia per spalancare le possibilità. E invece repubblica.it sta a fare chiacchiere da bar con te sulle foto dei palestratoni depilati di Men's health come proiezione del desiderio omosessuale che le governa...
che schifo, poi, i palestratoni depilati e unti (cribbio, sono le 8, vomiterò)

postilla: ma poi non sarà un pelo di cattivo gusto sostenere che si deve smetterla con l'immagine dell'uomo violento lo stesso giorno che un criminale ha dato fuoco a una ragazza perché non voleva stare con lui?

8.5.10

Il rovescio della medaglia (ecco a cosa serve filosofare)

L'altezza media di un maschio di homo sapiens, in italia, è 174 cm.
L'altezza media di una femmina di homo sapiens, in italia, è 162 cm.
Il rapporto medio tra altezza e apertura delle braccia è di 1,07. Quindi l'apertura maschile è mediamente di circa 186 cm, quella femminile di circa 173 cm. Quindi lo scarto nella portata laterale è di circa 6,5 cm.
Ricordatevelo la prossima volta che al casello smadonnate contro la tizia che non riesce ad arrivare al pulsante. E prendetevela con i progettisti.
Inoltre, la prossima volta che, in coda al casello, una donna pigia il pulsante al volo afferra il biglietto e via, ricordatevi che è stata più precisa di voi maschietti patentati di circa 6,5cm. E ha imparato a farlo senza che mai nessuno (papà, istruttore, compagno) gliel'avesse spiegato.
Le donne sono invitate a brandire con veemenza questo argomento vagamente lombrosiano contro tutti i misogini che stanno ancora a ripetere che le donne non sanno guidare.

questo post è dedicato a mia mamma,
che sta sotto i 160cm ma non si è mai slacciata la cintura per prendere il biglietto del ticket autostradale