28.6.10

Lettera aperta ai miei coinquilini

Care,
come forse avrete notato, mamma da qualche settimana ha un lavoro e trascorre moltissime ore fuori casa. Quando torna, inoltre, spesso è stanca.
Siccome oramai siete cresciute e presto, si spera, andrete a vivere da sole, è opportuno che vi ricordi alcune norme fondamentali non per essere delle brave casalinghe, ma per alleviare le terribili sofferenze alle quali comunque saranno sottopost_ quant_ decideranno di stare al vostro fianco in futuro.

Iniziamo da alcuni chiarimenti terminologici:
- "pulire la cucina" non significa riporre le stoviglie asciutte e togliere le briciole dal tavolo. Queste due azioni, separatamente, si chiamano "rassettare" e "spolverare". Aumentare il numero di superfici che spazzolate o spolverate, aggiungendo ripiani, mobili e i pomelli dei pensili, è sempre spolverare.
Avrete effettivamente pulito la cucina quando avrete spazzato in terra e poi passato il mocio.
Di solito per spazzare in terra è utile spostare le sedie. Inoltre, il carrello con i taglieri è dotato di ruote: portarlo in corridoio per far sì che si possa pulire anche accanto al secchio della monnezza non dovrebbe risultarvi eccessivamente faticoso.
Lo so, siete marxisti e amate la lotta. Siete anche antisviluppisti e anzi siete per la decrescita, quindi biologico quand'è possibile. Ma le orde di formiche e scarafaggi che si nutrono dei residui di cibo accumulati negli angoli non possono, in alcun modo, ve lo garantisco, essere rubricate alla voce "lotta biologica". Anche perché le muffe che poi ci crescono sopra prendono il sopravvento e ci egemonizzano. E quantunque il loro colore possa ricordare certe uniformi sovietiche, la tendenza delle muffe a sfruttare l'ospite fino all'osso indica chiaramente che il loro trionfo non coinciderebbe in alcun modo con il socialismo reale.

- Mi è assai chiaro che a voi i bicchieri stanno particolarmente antipatici. È infatti noto che qualsiasi recipiente per l'acqua più piccolo di una tazza da noi stenta a sopravviere, con difficoltà simili a quelle che incontrano i cristalli quando nei paraggi c'è il proverbiale pachiderma - e non sto in alcun modo facendo riferimento alle vostre forme aggraziate. Ma "sparecchiare" non è verbo che abbia in alcun modo nessi con la simpatia, chiaro? Quindi ad esempio le tazzine del caffè e i bicchieri del pranzo, benché io li possa anche gradire come prova del fatto che avete mangiato e non vi siete trascurate, sarebbe opportuno farli almeno arrivare al lavello {tanto poi restano lì e vi garantisco che apprezzo lo stesso}.

- Luca, tesoro, la TUA tazzina, quella che ci manderà tutti in bancarotta per quanto zucchero metti nel caffè, necessita terribilmente di essere messa nel lavello e magari inumidita un po'. Te l'ho ripetuto privatamente spesso, speriamo che in pubblico funzioni: LO ZUCCHERO NON EVAPORA, è inutile che ripeti l'esperimento tutte le mattine. Quel bastardo sta lì e solidifica in un crostone di zucchero misto a caffè. Verso le 19.55, quando voglio cucinare e devo prima lavare, la cosa è sommamente irritante - e se finora non ho mai provato a lavarla con il tuo sangue è perché so che ci devi avere tanto di quello zucchero in vena che le cose potrebbero solo peggiorare. Ma per sfinimento potrei fare comunque un tentativo.

- I sacchetti della spazzatura sono sacchetti della spazzatura. Non cornucopie. Inoltre, a differenza di una cornucopia, un sacchetto della monnezza traboccante non presagisce niente di buono.

- I cassonetti sono in via dell'aeroporto, oltre la banca e prima della gelateria*. NON accanto alla porta di casa.
*sì, li hanno spostati; lo so, non ve ne siete accorti.

- Lasciatevelo dire: il vostro interesse per il collezionismo maschera chiaramente una forma patologica di horror vacui. Se proprio non volete speraravi dai turaccioli del vino, dalle confezioni di lenti a contatto e, soprattutto, dagli onnipresenti pacchetti di sigarette iscariotamente vuoti, almeno provate a disporli elegantemente insieme. O comunque insieme - anche poco elegantemente. Al di là del dubbio gusto, infatti, collocarli in ogni interstizio vagamente idoneo, tipo lo spazio tra i vasetti di spezie o quell'angolo così inspiegabilmente attraente tra il barattolo dello yogurt e il microonde, è proprio una rottura di coglioni. Tanto oramai siete maggiorenni e vi posso dire la verità: l'uomo nero non esiste, e non cercherà di sbucare da lì dietro. Quindi è inutile che tappiate tutti gli spazi con quei minchia di pacchetti di sigarette!!!

- No, lasciarli sul tavolo non è la soluzione. L'uomo nero è dentro ai pacchetti di sigarette vuoti. E il modo migliore di liberarsene è schiacciarli e buttarli con la carta.

- Non mi è ancora ben chiaro che tipo di relazione intratteniate con la tovaglia. Non la usiamo mai, tranne che quando abbiamo ospiti. E dopo che la si usa resta lì, come se non potessimo sostenere la vista di un tavolo svestito. Poi improvvisamente scompaiono perché Gianlu deve soddisfare il bisogno irrefrenabile di sciogierle in candeggina. Vi prego di interrogarvi su questo tema e fornirmi qualche indizio affinché io capisca.

- E per concludere il quadro psichiatrico, vi inviterei a prendere seriamente in considerazione il disturbo estetico che vi porta a confondere i barattoli e le bottiglie. Mamma usa i barattoli per metterci dentro caponate, marmellate e preparazioni varie. Ma siccome non distillo liquori le bottiglie di vino è inutile che le conserviate. Il dramma è che quando inizio a fare conserve improvvisamente qualsiasi cosa di vetro viene immediatamente considerata riciclabile. Sì che sono ingrassato, ma non mi si può ancora scambiare per un'isola ecologica, diamine!

- Benché le recenti finanziarie possano avervi indotti a credere il contrario - la qual cosa mi stupirebbe comunque non poco, viste le vostre competenze in economia - le bollette non si pagano da sole. Né evaporano.

- Ma le tazze usate e poi schierate quotidianamente sul bordo del lavello sono messe lì in punizione? Se sì, la vostra è una forma animismo domestico? Giocate a fare la maestra severa con le tazze? Le mettete in riga perché volete fare gli ufficiali? Se no, quale disturbo vi impedisce di metterle dentro?

- Gianluca, tesoro, io apprezzo molto i tuoi sforzi e le tue capacità culinarie. Sono sinceramente soddisfatto, come madre, delle tue preparazioni. Mi si riempie il cuore di gioia quando addirittura riesci a lavare la cucina dopo avere cucinato. Il fatto che però il piatto o la teglia dove stava quello che hai cucinaro resti sudicio fino all'utilizzo successivo è un dispetto?
Ah, magari quando metti il sesamo, per favore, chiedi e ti si dà una mano: lo spargimento con tremarella dà esiti sorprendenti. E tutti gli esiti sorprendenti si stanno lentamente accumulando sotto la lavatrice.

- Sebbene io comprenda quanto la cosa possa apparire ai vostri occhi degradante e svilente, purtroppo il nostro bagno non si trova in una dépendace. Bensì è parte della casa. Quindi, dopo avere realizzato che quando ne varcate la soglia non vi state in realtà teletrasportando chissà dove ma, appunto, ne state solo varcando la soglia, potreste anche valutare l'ipotesi di lavarlo. A tale proposito, io capisco pienamente la finezza di questa mise en abyme, ma la vasca da bagno non è, a sua volta, un'extradimensionalità nell'extradimensionalità, quindi quando pulite i sanitari dovreste pulire anche quella.
Poscritto sulla vasca: non pretendo che puliate la tenda, per carità, non sia mai. Ma se ogni volta che finite di farvi la doccia raccogliete la tenda come se per uscire dalla vasca vi ci volessero tutti i due metri di spazio - cos'è, una disciplina olimpica? fate l'uscita carpiata con un avvitamento e mezzo? - e poi non la lavate mai, finisce che crescono le muffe anche lì. Che poi è esattamente il motivo per cui lo scrivente passa periodicamente a tendere la tenda. Perché, a differenza dello zucchero e delle bollette, l'acqua EVAPORA, quindi la tenda s'asciuga. E voi avete mai visto le muffe crescere all'asciutto?
(No Luca, quelli sono cactus)

- Ma i pacchi di pasta aperti in cima al pensile di Gianluca, dove le tarme stanno banchettando e moltiplicandosi come mormoni nello Utah, sono un ricordo di quando c'era la Virgi? Io li ho notati solo stasera, ma ho un terribile presentimento - e no, col cazzo che li tolgo: con il nugolo di bestiacce se la vede uno di voi, mamma ha da lavorare e si stanca a salire sin lassù.

- Per quanto tentiate, nessuna delle muffe che si sviluppano sui cibi abbandonati in frigo evolverà mai in uno psicanalista di fiducia col quale parlare nei momenti di solitudine. Il vostro esperimento è viziato all'origine: uno psicanalista, notoriamente, è qualche scalino evolutivo al di sotto di quello delle muffe. Quindi nessuna evoluzione può portare ad uno psicanalista. Quelli circolanti sono infatti veri e propri fossili viventi, tipo gli squali - in una parentela che si rende evidente nelle loro tariffe. Perciò non vi chiedo lo sforzo di buttare i vegetali in avanzato stadio di ammuffimento, ma vi incito a maggiore prigrizia affinché compriate meno.

- Luca, Elisa ha una lavatrice, noi no. Vedi tu dov'è che ha più senso sfogarsi lavando i piatti (e rompendo i bicchieri).

- Nel bagno basta entrarci. Non è necessario fare irruzione.

- E viceversa quando uscite.

- Perché quando io mi chiudo in bagno uso la chiave e voi invece sbarrate un chiavistello arrugginito? E, soprattutto, ma dove minchia è 'sto chiavistello?!

- La vostra passione per gli esperimenti si arresta inspiegabilmente davanti al fischio della manopola dell'acqua fredda del lavandino del bagno. Perché? Davvero, perché? Quanto tempo ci metterete ad accorgervi che quando parte quello stridore infernale non riuscirete a ridurlo chiudendo un po' il rubinetto? Infatti - vi svelo il segreto - quando chiudete un po', il rumore si fa solo più acuto, quindi più insopportabile. Basta invece che apriate di più, e poi chiudete. È facile, lo giuro. È bastato sperimentare un po'. O voi fate esperimenti solo con le muffe?

Infine, vorrei ricordare un caro estinto - per lo meno estinto nella vostra percezione. Quella cosa che calpestate quotidianamente quando entrate e uscite di casa e quando vi spostate da una stanza all'altra, meglio nota come corridoio, non ha meno dignità delle altre stanze solo perché non è teatro dei vostri amplessi. E anche lui, ogni tanto, vuole essere scopato.

Con affetto,
mamma

21.6.10

Il "gran rifiuto" di Butler

Judith Butler rifiuta il Zivilcouragepreis al Pride di Berlino: "Devo prendere le distanze da questa complicità razzista"

Comunicato stampa di SUSPECT sui fatti del 19 giugno 2010.
Come Attivist_ berlinesi queer e trans di colore&alleat_, accogliamo positivamente la decisione di Judith Butler di rifiutare il Zivilcourage Prize conferitole dal Berlino Pride. Siamo entusiasti del fatto che una teorica così nota abbia usato il proprio status di celebrità per onorare le critiche di colore al razzismo, alla guerra, ai confini, alla violenza di polizia e all'apartheid. Apprezziamo in modo particolare il coraggio mostrato nel criticare apertamente e nel deprecare la vicinanza degli organizzatori alle organizzazioni omonazionaliste - concetto coniato da Jasbir Puar nel libro Terrorist Assemblages. Il coraggioso discorso di Butler testimonia la sua apertura a nuove idee, la sua disponibilità ad confrontarsi con il nostro lungo lavoro accademico e di militanza, che troppo spesso cade in condizioni di isolamento, precarietà, appropriazione e strumentalizzazione.
E purtroppo tutto questo sta accadendo di nuovo, perché le organizzazioni delle persone di colore che secondo Butler meriterebbero il premio più di lei stessa non sono menzionati neppure una volta dalle cronache di oggi. Butler ha offerto il premio a GLADT (www.gladt.de), LesMigraS (www.lesmigras.de), SUSPECT e ReachOut (www.reachoutberlin.de), eppure l'unico spazio politico menzionato dalla stampa è il Transgenia Christopher Street Day, un evento alternativo del Pride dominato dai bianchi. Anziché sul razzismo, la stampa si concentra solo sulla critica della commercializzazione. E ciò nonostante Butler stessa sia stata abbastanza chiara: "devo prendere le distanze dalla complicità con il razzismo, incluso il razismo anti-islamico". Butler rileva che non solo le persone omosessuali, ma anche quelle bi, trans e queer rischiano di essere strumentalizazte da quanti sostengono la guerra.
Il CDS (gli organizzatori del pride di Berlino, ndt), per bocca di Renate Kunast dei Verdi (che sembrava avere difficoltà a pronunciare il nome della vincitrice e ad afferrare i concetti basilari dei suoi scritti), ha presentato Butler come una critica determinata. Cinque minuti dopo questa stessa determinazione critica ha fatto cadere a terra la faccia dei presentatori. Anziché confrontarsi in qualche modo con il discorso, Jan Salloch e Ole Lehman non sono riusciti a fare niente di meglio che respingere candidamente ogni accusa di razzismo e attaccare i/le circa 50 queer di colore&alleat_ giunti in sostegno di Butler: "Potete gridare quanto vi pare. Non siete la maggioranza. E tanto basta". Il finale è stato una fantasia imperialista che ben si adattava allo sfondo della Porta di Brandeburgo: "Il Pride continuerà con il suo programma... Non importa che succede... Nel mondo e a Berlino... E' stato sempre così e sarà sempre così."
Negli anni passati, il razzismo è stato il filo rosso dei Pride internazionali, da Toronto a Berlino, così come del panorama gay nel suo complesso (si vedano le critiche delle/i teorici/che queer di colore Jasbir Puar e Amit Rai nel loro articolo del 2002 "Modern Terrorist Fag" [Terroristi Froci Contemporanei]). Nel 2008 il motto del Pride di Berlino era "You go' a problem or wha'?". L'omofobia e la transfobia erano ridefiniti come un problema dei giovani di colore che in apparenza non parlano un tedesco corretto, la cui germanità è sempre stata messa in dubbui, e che semplicemente non appartengono. Il 2008 è anche stato l'anno in cui il discorso sui crimini d'odio è entrato in misura significativa nella politica sessuale tedesca. La sua rapida assimilazione è stata agevolata dal fatto che l'omofobo odiosamente crminale era già noto: i migranti, già criminalizzati e incarcerati e persino deportati con una facilità crescente. Questo panico morale è reso rispettabile da pratiche mediatiche dubbie e studi presuntamente scientifici, in cui ogni caso di violenza che possa essere collegato a una persona gay, bi o trans (non importa che l'aggressore sia bianco o di colore, e non importa che il movente sia l'omofobia, la transfobia o l'intralcio del traffico veicolare) viene presentato come l'ultima prova di quello che già sappiamo: che i queer, e pare soprattutto gli uomini bianchi, siano i peggiori e che i migranti omofobi siano la causa principale di tutto ciò. Tutto questo, sempre più spesso accettato come verità, è in misura non piccola frutto del lavoro di organizzazioni omonazionaliste come la Lesbian and Gay Federation Germany e la gay helpline Maneo, la cui stretta collaborazione con il Pride ha in ultima analisi fatto sì che Butler rifiutasse il premio. Il loro lavoro consiste principalmente in campagne mediatiche che insistono nel presentare i migrandi come "arcaici", "patriarcali", "omofobi", violenti e inassimilabili. Cionondimeno, una di queste organizzazioni riceve ironicamente fondi pubblici per "proteggere" le persone di colore dal razzismo. Il Rainbow Protection Circle against Racism and Homophobia (Circolo Arcobaleno di protezione contro il razzismo e l'omofobia) nel gayrtiere [gaybourhood/neighbourhood] di Schoneberg è stato spontaneamente salutato dal capoquartiere con un aumento dei controlli di polizia. Da anti-razzist_, sappiamo tristemente cosa significa più polizia (LGBT o meno) in una zona in cui vivono anche molte persone di colore, soprattutto in momenti di "guerra al terrorismo" e "sicurezza, ordine, pulizia".
E' questa tendenza della politica gay bianca, quella di sostituire la politica della solidarietà, delle alleanze e della trasformazione radicale con una politica di criminalizzazione, militarizazzione e rafforzamento dei confini, a disgustare Butler, anche come riscontro alle critiche e agli scritti dei/lle queer di colore. Diversamente dalla maggioranza di altr_ queer bianc_, Butler si è esposta in prima persona. E' stata questa, per noi, la sua scelta di coraggio.

Yeliz çelik, Sanchita Basu, Lucy Chebout, Lisa Thaler, Jin Haritaworn, Jen Petzen,Aykan Safoglu and Cengiz Barskanmaz di SUSPECT
20 giugno 2010

[scusate la traduzione pietosa, ma l'ho fatto davvero un mezz'ora...]

20.6.10

Pillole di socialità gay I

Premessa per gli etero: i social network hanno finalità erotiche e/o politiche. La verità dei social network è svelata solo dalla frequentazione assidua di network finocchi, che, per ragioni di pubblico di riferimento, hanno già decostruito il farming elettronico, il microblogging e tutti i fronzoli necessari all'erezione maschile virtuale eterosessualmente intesa.

l'intestazione di un profilo su gayromeo

io ci provo ancora perchè credo nei sentimenti prima di scrivermi leggi attentamente il profilo no tassativo OVER30 E SOLITI RIFIUTI SOCIALI


I "soliti rifiuti sociali". Dài, è una bella intestazione, no? Pensa, magari incontri questo e non te lo dà perché sei un "rifiuto sociale". E, siccome lui crede nei sentimenti, te lo dice proprio così: "nahh, che schifo, sei un rifiuto sociale!".
Sincerità!
Figoleggiprofilo (il nickname del nostro non denota punto autoritarismo) crede nei sentimenti. Nell'odio, nel disgusto, nella rabbia ma soprattutto nella vendetta sanguinaria delle schiere angeliche del bene - guerrieri alti e biondi che indossano una divisa nera con due esse - contro il male.

Quale contributo all'eziologia della deiezione sociale, nulla di meglio che le vive parole di quest'ingranaggio cardine del meccanismo:

"Dunque che dire, bhe 31 anni bel ragazzo 180 biondo ben fatto, esperienze con ragazzi tutte superficiali, mi piacerebbe tornare indietro e nascere etero però nello stesso modo mi non rinnego affatto essere nato gay... gay.. questa parola non mi è mai piaciuta forse perchè non è italiana oppure perchè troppo internazionale o forse
perchè appartiene ad un passato discriminato, sinceramente preferisco dire che sono me stesso.
La mia prima volta è stata a 17 anni classica pisellata tra ragazzi vogliosi, niente di trascendentale ne emozionante, ho avuto esperienze come tutti, non tollero la perversione e le schifezze, tra due uomini è possibilissimo fare sesso più che naturalmente e fatto bene
anche se non è la cosa che cerco.
cosa cerco dunque le mie storie con ragazzi in questi due anni sono state due e relativamente cortissime, una di due settimane l´altra di un mese scarso... ma non ero veramente innamorato e per questo ho preferito lasciar perdere. Mi sono innamorato follemente due volte
nella mia vita ed è stato per due miei amici non mi sono mai dichiarato e quindi come è facilmente immaginabile in entrambe i casi ho sofferto in silenzio.
Che tipo sono:
Forse caratterialmente non dichiarato ma non ci trovo niente di male per chi lo è ognuno deve trovare il proprio equilibrio, complesso lavoro molto ed in proprio con mille pensieri e responsabilità, cosa cerco bhe premesso che sono un esteta ed amando ed avendo tutto ciò che è bello (o quasi) vorrei una persona
veramente speciale con cui costruire insieme una famiglia, sogno di prendere una casa insieme, di viverla insieme di trovare una giusta dimensione e se possibile amarlo per tutta la vita passare questa esistenza insieme come due esseri completi, vorrei che fosse al massimo mio coetaneo, questo sarebbe il più bel regalo che potrei ricevere, se Dio vorra´
"

E come faccio a trattenermi dal pensare che si tratti di un infiltrato buttiglion-binettesco creato ad hoc per poi portarlo a esempio e descrivere i finocchi come persone bisognose di cure?

In realtà la domanda non è retorica e ha una risposta. Pensateci.
 In alternativa qualcuno mi spieghi cos'è una storia di una settimana.

13.6.10

-6 Sport estremi - Caponata acrobatica

Innanzi tutto la prima regola della caponata acrobatica è quella di alzarsi alle sei e mezza circa. Le sei e quaranta vanno ancora bene, ma più vi avvicinate alle sette, peggio viene.
Dopo che vi siete svegliat_, fatevi un caffè. Mettete i pantaloncini della tuta, una t-shirt di cotone, le scarpe da tennis e il lettorino mp3 con una playlist di electro-swing à la Caravan Palace, elettronica mainstream alla Chemical Brothers e jodel ultrafinocchi à la Mary Schneider (ringrazio armstrong per la dritta).
Quindi, inforcare la bici e recarsi presso la più distante pista in terra battuta e radici affioranti. Scoprirete a questo punto che correre sulle note di chiusura dell'ouverture del Guglielmo Tell non è salutare. E anche il can can non è, in effetti, la scelta migliore che potevate fare.
Rientrat_ che sarete in casa un'ora dopo, docciatevi - va da sé - e reinforcate la bici.
Lavorare, dalle 9 alle 13. Poi ancora dalle 14 alle 18. Poi tornare a casa.
Ripetere il procedimento per cinque giorni, con l'accompagnamento di un Camerini o Gogol Bordello della situazione, tanto per alleggerire il ritmo della corsetta. In realtà scoprirete presto che tutti quei contraccolpi laterali sulle radici affioranti vi costringono a camminare come un genovese che si sforza di non consumare il parquet (questa, riadattata, è di Grillo, ndr). Ma quel presto sarà comunque troppo tardi.
Venerdì, rientrare a casa, prendere un treno per Lucca senza neppure farsi la doccia e, per celebrare degnamente la fine della prima settimana di lavoro full-time, consumare un aperitivo con l'amica italoamericana rintronata del vostro amante lucchese, l'amica stakhanovista che fa tre lavori e un dottorato di ricerca della fidanzata del vostro coinquilino nonché del vostro amante lucchese, altri soggetti a piacimento.
Trascinare l'aperitivo fino alle 23 circa. Possibilmente a base di negroni con angostura e quattrobianchi (se non l'hanno messo fuori legge).


Avere, durante le ore seguenti, 3+/-1 rapporti sessuali di cui almeno uno deve comprendere una doccia (no, la golden shower non conta), ma in modo tale che per le otto e trenta possiate essere al mercato generale dell'ortofrutta, sempre a Lucca.
Qui, contrattare sul prezzo degli ultimi 3,6Kg di melanzane lunghe d'aspetto non ottimo [io le ho prese a 1€/Kg]. Fatto ciò, preparare dei panini e andare al mare a Torre del Lago. Restarvi fino alle 18h30 o fino a scottarsi un po' le gambe, quindi affrontare la coda e rincasare. Andare alla coop, comprare 1,5 kg di sedano, 1kg di cipolle rosse, due lattine di olive nere cacerena snocciolate, mezzo litro di aceto rosso e due litri di olio per friggere. Al rientro a casa, farsi una doccia. Lavare le verdure possibilmente a parte. Cospargersi di crema idratante.
Procurarsi una ciotola grande, molto grande. Proprio grossa. Tipo l'insalatiera del pranzo di Natale, quella normalmente destinata ad accogliere scarola e radicchio per diciotto mucche svizzere e per la quale non è ancora stato progettato un frigo che l'accolga - frigo pur necessario visto che l'insalata natalizia resta puntualmente intonsa (e a ragion veduta, datosi che sotto Natale l'insalata sa di cartone pressato).


Tolti testa e culo alle melanzane, tagliatele a metà nel senso della lunghezza, e poi nuovamente a metà. Quindi a fette di circa 1,5cm. Quando ne avrete affettate circa metà, versate tutto l'olio in una casseruola o in una pentola per friggere che sia capiente almeno 5l.
Accendete il computer e sparate a tutto volume cose come Maracaibo e Robert De Niro's waiting. Indossate un grembiule da cucina. Si consiglia di restare in mutande bianche, maglietta e crema idratante, con sopra il solo grembiule da cucina.
Affettate la restante metà di melanzane. Quando avrete finito l'olio sarà alla temperatura ideale di 220°C. Controllate la temperatura dell'olio gettandovi dentro un tocchetto di melanzana. Schizzerà dell'olio. I decibel dell'urlo che tirerete quando lo schizzo vi ustionerà la mano indicheranno con precisione a quanti gradi è l'olio. Se la vicina chiama la polizia, l'olio è troppo caldo e dovrete abbassare la fiamma con la mano che vi resta.


Quando l'olio è alla temperatura desiderata, spalancate le finestre di tutte le camere, fate partire la ventola del bagno se non c'è una finestra, accendete la cappa, il ventilatore e anche l'aspirapolvere, quindi sigillate la porta della cucina: adesso siete pront_ per friggere. Prendete una schiumarola. Mettete un pugno di melanzane circa sulla schiumarola e immergetele nell'olio. Poi rifatelo rapidamente con un secondo pugno di melanzane. Lasciate che friggano. Considerate che, a 200gr per volta, sarà necessario ripetere quest'operazione per circa 16 volte. Le melanzane, che ogni tanto vanno mescolate, friggono in circa 15 minuti. Se avete iniziato alle 20, per le 24 avrete finito.
Nel frattempo, tra un lancio di melanzane e l'altro, mentre leggete i messaggi che vi lasciano su uno o due dei social network ai quali siete iscritti, cercando di non dimenarvi eccessivamente al rimo di 0303456 con la schiumarola in mano ché schizzereste olio per ogni dove, mondare il sedano.
Prima di mondare i sedani, approntate due ciotole la cui capacità, sommata, sia di almeno 1/5 superiore alla capacità dell'insalatiera gigante: vi disporrete, con abuso criminale di carta assorbente, le melanzane fritte. Un'eccellente alternativa è una scatola di scarpe, che assorbe l'olio abbestia e dà al fritto quel certo non so che che, dopo, si potrebbe rivelare il vero segreto dello chef per preparare l'agrodolce. Disposte strategicamente le due ciotole o scatole di scarpe o i tampax (manonlihoprovati quindinongarantisco) e i rotoli di carta assorbente, potrete mondare il sedano.


Il sedano si monda nel modo seguente: tagliatene il piede, separate tutte le coste, lavatele, per ciascuna costa tagliate le foglie e la cima sottile e callosa, poi fatele a fettine di circa 1cm, gradualmente più sottili man mano che la costa si fa più larga, al limite tagliate la costa in due o in tre per il senso della lunghezza, e fate bene attenzione ad eliminare i punti della costa da cui si dipartono i rametti secondari, ché son fibrosi da far schifo. Quindi questo chilo e mezzo di sedano va sbollentato. Si può sbollentarlo in due modi: a) lo mettete in casseruola e lo ricoprite di acqua, lo salate e portate a ebollizione lasciando che buona parte dell'acqua evapori, mescolando frequentemente perché non s'attacchi e bruci; b) lo mettete in una ciotola, salate, versate mezzo bicchiere d'acqua, coprite e infilate nel microonde per 4 minuti a 650W.
Poi, sempre tra un lancio di melanzane e l'altro, affettate le cipolle.


Per affettare le cipolle rosse è di estrema importanza che abbiate preso le opportune precauzioni oculari. Innanzi tutto, siate miopi, astigmatici o ipermetropi. Se siete presbiti non va bene. Quindi, trascorrete una giornata a mare con le lenti a contatto. E' importante che le indossiate prima delle 9 di modo che alle 19, al rientro, siano passate almeno dieci ore. Dopo dieci ore e una giornata al mare, i vostri occhi gridano vendetta al cielo, alla ionosfera e anche al vuoto interplanetario (dove nessuno sente il loro grido di vendetta ma solo il rombo dei motori a curvatura, i clacson di una intera carreggiata di autovetture laziali tuttora data per dispersa e intasatasi nell'indimenticabile ingorgo formatosi sotto la famosa nevicata dell'85 sul Grande Raccordo Anulare e, ma solo le domeniche verso le sette e quaranta, l'arrotino). A questo punto, per la buona riuscita di una caponata acrobatica, è cruciale accorgersi solo dopo avere acquistato tutti gli ingredienti e avere lasciato i 3,6Kg di melanzane a soffrire nel portabagagli di un'auto nera parcheggiata in spiaggia tutto il giorno in modo tale da averne anticipato la data di scadenza alla mezzanotte del giorno stesso, di avere dimenticato la custodia degli occhiali - e quindi, va da sé, gli occhiali medesimi - sulla mensola del bagno dell'amante lucchese. Alle 22, i vostri occhi assomigliano più o meno a due chicchi di uva passa. Dopo che un pipistrello dagli occhiali [chi altri? (qui per approfondire)] li ha mangiati e ricacati.
Da qui in poi il numero è solo per professionist_ assoluti_, ore e ore di scuola circense per corrispondenza e almeno venticinque anni d'esperienza nel settore della frittura, del tipo che sapete anche la ricetta per preparare l'aria fritta.
Siete a metà della frittura di melanzane e dovete, contemporanamente, seguire la frittura, prestare orecchio ai sedani che si sbollentano, trattenere la sudorazione che rischia di fare condensa sotto le tre dita di crema idratante che vi siete dati sulle gambe ustionate, ancheggiare a ritmo della macarena e affettare 1Kg di cipolle rosse in striscioline sottili sottili mentre piangete come Audrey Hepburn perché il mix di vapori di cipolla, lenti saldate alle cornee e nube di olio fritto vi sta facendo fumare gli occhi come se vi stessero esorcizzando nonostante abbiate cercato di evitare i fumi urticanti girando la testa come Linda Blair e facciate esattamente le sue stesse smorfie superandola però  largamente in sconcezze e blasfemia.
Perché una scuola circense per corrispondenza? Perché se avete seguito il corso alla scuola radio elettra molto probabilmente morirete tentando di affettare cipolle - e il vostro cadavere non verrà mai trovato, poiché rapidamente dissoltosi sotto l'effetto combinato dell'olio bruciato e della cipolla stessa, non resterà che un vago odore di sedano arrosto (dopotutto il mancato ritrovamento del cadavere in caso di morte è un ingrediente fondamentale di qualsiasi sport estremo meritevole di tale aggettivo). Come mai? Il motivo, ovviamente, è che l'esatta tecnica circense per portare a termine questo compito a fronte della triplice interruzione (per mescolare le melanzane, mescolare il sedano e passare al successivo giro di melanzane da friggere) va sempre in onda mentre siete in galleria.
Ora che ho scritto un paragrafo del cazzo per motivare la didattica epistolare possiamo proseguire.
Prendete la pentola da 10l. Se non avete una pentola da 10l vuol dire che le vostre doti culinarie sono insufficienti per realizzare una caponata acrobatica. Inoltre, se stavate già cercando di fare la caponata acrobatica e scoprite solo adesso che vi serve una pentola così grande e non l'avete, allora meritate di morire per il solo fatto di esservi ritenut_ così al di sopra del resto dell'umanità da potere svolgere le istruzioni senza averle lette prima fino in fondo - cosa che è: a) un errore per il quale avrebbero dovuto bocciarvi all'esame di seconda elementare; b) un modo implicito per darmi dell'Ikea supponendo che una caponata acrobatica sia come un qualsiasi vaktørpul componibile; c) un peccato di hybris per il quale ogni religione che si rispetti commina la pena capitale. Metteteci dentro tutte le cipolle così faticosamente affettate e tipo mezzo bicchiere d'olio d'oliva. Soffriggete. Con tipo un bicchiere di vino bianco.


Mentre cambiate le melanzane all'olio, mescolate i sedani, rosolate le cipolle, ballate il twist e trattenete la sudorazione, dovete anche aprire quelle lattine di olive, sgocciolarle e non dico tagliarle a rondelle ma almeno a metà - sorridendo. Che per 450gr di olive fa un casino di tagli da fare. Per favore, niente caponata al sangue, grazie.
Già che ci siete, mettete a sgocciolare i capperi.
Poi unite il sedano alle cipolle, aggiungete le olive e i capperi, prendete un'altra pentola, versateci dell'acqua calda, un pugno di sale grosso, dell'amuchina e fateci bollire i vasetti che non avete avuto il tempo di sterilizzare nel corso della settimana. Ricordatevi che vanno sterilizzati anche i tappi. Per sicurezza, quando avete finito asciugate il tutto nel microonde. Se qualcosa sopravvive, si tratta di qualcosa che vi avrebbe uccis_ comunque e che, in ogni caso, stermineebbe l'umanità pochi giorni dopo la vostra morte, quindi non ha senso preoccuparsene.
- ok, potrebbe farvi soffrire atroci dolori senza poi avere la pietà di uccidervi e invece ridurvi come Renzo Bossi, ma per uno stipendio da migliaia di euro al mese chi non è disposto a soffrire un po'?

A questo punto, è circa mezzanotte. Prendete l'aceto. Lo so, la tentazione è quella di suicidarsi bevendolo tutto alla goccia, ma resistete, vi prego, e mettete su Chick Habit. Fate sciogliere nell'aceto cinque cucchiai colmi di zucchero. Tanto è quattro ore che mescolate roba, mescolate anche quello. Tra una mescolata e l'altra dovreste aver finito di friggere tutte le melanzane. La carta unta d'olio somiglia più o meno alle foreste costiere del delta del Mississipi unte di petrolio. Diluite il senso di colpa pensando che la batteria del vostro cellulare è molto peggio e, alla fine, non si mangia. Ma poi non avete mica il tempo di perdervi un cazzate. Adesso dovete prendere il tubetto di concentrato di pomodoro che avete in dispensa e metterne un cucchiaio colmo con le cipolle, i sedani e tutto il resto. Se non avete del concentrato di pomodoro prendete 250ml di salsa di pomodoro e concentratela. Per i motivi di cui alla pentola da 10l, non starò né a dire che non potete non avere del concentrato di pomodoro né che non potete non sapere come si fa.
Perché il concentrato? Perché i sedani e le cipolle sono pieni d'acqua. Il pomodoro ci serve solo per il colore (cazzo volete che faccia un cucchiaio di concentrato in 6 Kg di roba?). Se mettete la salsa, finite con l'aggiungere ancora dell'acqua, con il risultato che poi le melanzane vi si ammosciano - e allora che cazzo le abbiamo fritte a fare in 16 micropassaggi perché la temperatura dell'olio non scendesse troppo al momento dell'immersione? - e poi, quando mescolerete, si spappoleranno. Al contrario, il concentrato assorbe acqua. E meno acqua c'è meglio è.
Salate. Salate tenendo a mente che le melanzane, che costituiscono oltre il 50% del totale, non sono state salate.
Se avete fritto facendo cose come salare l'olio... mio dio non ci voglio neppure pensare. E poi, come notate dal crescente numero di cazzi seminati per le frasi, inizio anche ad essere stanchino.
Unite tutto. Cioè prendete tutte le melanzane fritte e mettetele nella pentola.(*) Mescolate, assaggiate di sale, correggete se è il caso. Sciacquatevi la bocca e assaggiate l'agrodolce di zucchero e aceto. Se dopo che l'aceto v'ha strizzato tutto dalla punta della lingua ai lobi delle orecchie capita che il vago retrogusto dolce vi suggerisce la pericolosissima idea di prendere un altro cucchiaio di questa mistura, allora vuol dire che l'agrodolce è venuto a puntino. Non bevetene, ovviamente, o fate la fine del moscerino(**). Se vi fa schifo e basta dovete mettere altro zucchero. Se ne berreste come fosse negroni allora manca l'aceto.
Mescolate con delicatezza. Assaggiate per correggere di sale, zucchero o aceto. Avete cinque minuti. Dopo cinque minuti è evaporato troppo aceto e lo zucchero ha iniziato a caramellare e tutto è perduto.
Prima che si perda, spegnete il fuoco e mettete nei vasetti. Colmate ogni vasetto, tappate e mettete sottosopra. Poi potete anche concedervi di andare a dormire senza farvi una doccia.
Tanto domani, quando il vicinato imporrà lo sfratto perché avete appestato un condominio il sabato notte aggirandovi per casa in mutande con la musica a tutto volume, l'odore pungente che emetterete provocherà quelle espressioni di disgusto presso la tizia antipatica della porta accanto che saranno l'ultima soddisfazione che vi potrete togliere.

Poi fatemi sapere com'è andata a finire.
sempre vostro,
si-culo

(*) Le melanzane e i sedani, puliti, fanno circa 4,5Kg. Con le cipolle e le olive si arriva quasi a 6. Poi l'olio, l'aceto, lo zucchero... si sta sui 7 Kg. Questa informazione era deducibile dall'inizio. 7Kg di cose fatte per lo più di acqua (le verdure lo sono, queste verdure in particolare, olive a parte) occupano circa... lo spazio di 7l (sono equivalenze da terza elementare). Che con le necessità di rimescolamento e il volume extra dell'aria intrappolata nelle verdure stesse fa sì che ci serva, appunto, una pentola da 10l. Solo se l'avevate già calcolato e, quindi, eseguendo la ricetta passo-passo in lettura non siete stati colti in contropiede, solo e soltanto in questo caso potete concedervi moderate manifestazioni di hybris.
(**) Lo zucchero attira il moscerino, l'aceto l'ammazza. Se in una bottiglia, funziona per vari parassiti degli alberi da frutta.

Particolari di possibile effetto comico lasciati da parte per sopravvenuto tunnel carpale:
- vantarsi per avere scritto finalmente un post più lungo della sidebar;
- rilevare che il numero medio di parole per frase e la struttura della subordinazione rendono questo pezzo, a un'analisi puramente quantitativa del testo, la cosa più simile alla Critica della ragion pura dopo La Certosa di Parma e i comizi di Vendola;
- compiacersi della presenza di una frase che condensa il maggior numero possibile di negazioni in rapporto al numero totale di parole;
- prostituirsi presso chi legge rilevando come l'indice di leggibilità di Word indichi probabilmente in 32 il numero di anni di studio necessari a comprendere questo testo, cosa che farà sentire chiunque intelligentissimo;
- ironizzare su come sia possibile mescolare dolcemente chili e chili di roba fritta e stufata;
- ribadire con frequenza da tormentone che tutto questo si svolge il sabato sera, un caldo sabato sera di giugno, altro che saturday night fever, che è l'ultima frontiera del sabato alternativo o l'unico modo per essere completamente ubriachi e passare l'alcol-test, etc...;
- fare la tirata d'orecchi preventiva al prevedibile saccente che obietterà come non si possa gioire affatto della diminuzione di acqua quando si aggiunge il concentrato di pomodoro perché la quantità di acqua resta sempre la stessa gridandogli nelle orecchie fino a fargli icrinare il martelletto che si parla della quantità relativa e non di quella assoluta di acqua, ovviamente, e osservando che la sua è una testa rubata alla metallurgia, sottintendendo neanche troppo velatamente che la si può usare come incudine;
- vv.ee.