(tipo dipingere quadri astratti o studiare i padri di Deleuze)
non so se l'arte sia figlia dell'essersi liberati dalle necessità del quotidiano, ma la chiave dell'emancipazione e della riappropriazione del tempo, dell'emancipazione dal lavoro - e non solo quindi del lavoro - è anche la sua gabbia cognitiva. Pensate: a chi sentite di potere attribuire quella frase di senso comune?
ipotesi di lavoro per una fenomenologia del giudizio di "perdita di tempo"
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