16.3.09

Telecom Italia e il Diritto

Le politica e il web, si sa, bisticciano. Potrei rimandare, ad esempio, alle varie proposte Carlucci e Barbareschi sui blog, al Rapporto Caio sulla proprietà e la gestione della rete telefonica, alle bagarre sulle responsabilità dei blogger e degli utenti all'epoca del 2.0
Invece no, scrivo una cosa sul mio piccolo, sul mio piccolissimo, dal mio microcosmo.
Il post precedente di questo blog rimandava ad un incipit scritto per partecipare a un concorso e pubblicato su un altro blog creato appositamente.
Già le modalità di partecipazione e di voto potevano sollevare dei dubbi e delle perplessità: la lunga trafila di registrazione, l'inserimento dei dati (peraltro facilmente falsificabili), la creazione di pagine e profili erano chiaramente volti a gonfiare artificialmente il numero di utenti di Virgilio, con le ricadute statistiche, e quindi di peso relativo sul mercato web italiano, che tutt_ potete immaginare.
Il 5 marzo si chiudono i voti. Il 6 abbiamo saputo quali racconti sono stati selezionati e passano alla fase successiva. In attesa di commenti e suggerimenti da parte della "e-guide" (tale Linda di ScuolaHolden), oggi lunedì 16 marzo mi arriva un'e-mail in cui mi si chiede di firmare una liberatoria.
È normale, credo, in qualsiasi concorso, che si accettino termini generali di un contratto. È altrettanto normale che l'opera vincitrice, premiata in denaro, sia contestualmente obbligata alla cessione dei diritti agli organizzatori: per un esordiente spesso un premio è più di quanto si otterrebbe con la vendita o dei contratti editoriali. Fin qui, pur restando tutte le critiche alle politiche del diritto d'autore, lo scambio mantiene una parvenza di equità.
Ma andiamo a noi. In teoria io entro il 15 aprile dovrei consegnare il resto del testo. A oggi non ho ricevuto una riga di "suggerimenti" dalla "e-guide". Leggo la liberatoria. Anzi, potete leggerla tutta qui, ma io riporto gli elementi salienti:
1) di cedere sin d'ora a Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura con sede in Roma, via dei Magazzini Generali 20/A e a Telecom Italia S.pA., con sede in Piazza degli Affari, 2.20123, Milano (di seguito "i Promotori"), per tutto il mondo e senza limitazioni temporali, in via esclusiva, ogni e qualunque diritto di sfruttamento, in qualsiasi forma e con qualunque mezzo, presente e futuro, ed in particolare: di riproduzione, adattamento, pubblicazione, diffusione, esecuzione e rappresentazione in pubblico, comunicazione al pubblico, messa a disposizione del pubblico, distribuzione, traduzione,
elaborazione,
noleggio e prestito, dell’Opera che il/la sottoscritto/a caricherà sul Sito. Resta inteso che i suddetti diritti potranno essere esercitati direttamente dai Promotori ovvero da soggetti terzi autorizzati dai Promotori stessi; nel qual caso resta inteso che i Promotori potranno individuare tali soggetti terzi nonché negoziare e concordare autonomamente con detti terzi le condizioni per l'esercizio dei suddetti diritti, a propria discrezione.
Il punto è duplice, un'endiadi concettuale: IO non posso più riprodurre, diffondere, adattare, elaborare. SOLO TELECOM può farlo. E questo da adesso, cioè indipendentemente dall'esito e relativamente a 25 opere (per 4 sezioni di concorso, fa 100 opere).
Penso che si chiami "lavorare gratis".
Io se lavoro gratis lavoro per la collettività, non per il privato.
Il privato paga. È il mercato, bellezza.
O no?

Nota - gratuita - per il ramo marketing della Telecom: siete i soliti provincialotti e sperate, come sempre, di aggirare l'utente con lo spaventoso giuridichese. Così funzionerete sempre meno bene della concorrenza: cose come YouTube o xTube funzionano - remunerazione o meno - perché il narcisismo dell'utente che diventa produttore di contenuto è completamente soddisfatto. La gioia di essere in vetrina fa il paio con la tutela della proprietà, ovvero la consapevolezza che posso rimuovere, modificare, riprendere, copincollare, smontare e rimontare quello che ho messo su un sito. Se decidete di impossessarvene a priori la struttura inizia a scricchiolare. Mettere questi contenuti sotto chiave, poi, è una pratica di senso inverso e opposto a quello in cui marcia la Rete. La Rete è anche diffusione senza controllo, è possibilità di citare all'infinito, di diffondere sorgenti, link, file. È godimento nell'esibizione di sé. Persino da quest'ottica impolitica, dunque, la possibilità di non vincere e per ciò stesso veder finire il proprio lavoro in qualche archivio telecom sotterraneo, sotto chiave e inaccessibile a me stesso, me autore, me creatore, me superegoico generatore dell'Opera, è il più terribile degli spettri. Se non vi siete accorti di questo, evitate di fare i concorsi a tema "una generazione avanti". Risultate ottocenteschi.

6 commenti:

  1. io...io ci sto pensando, ho solo tanta tristezza addosso, si-culo, sono contenta di averti conosciuto comunque :) se vuoi passarmi a trovare....il mio blog è www.iridefelice.splinder.com
    Non scrivo da un po'...ma ci ritorno tra un po' , bacio!

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  2. ..anche io sono un po' triste, ma soprattutto arrabbiato, perché nel regolamento - che a suo tempo lessi certosinamente - le condizioni poste non erano le stesse e certamente non erano così estreme.

    Però intanto ci siamo conosciuti :D
    Ti metto immediatpresto tra i link!

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  3. io ho gia deciso dinon partecipare più. eleazzarro

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  4. ...bello vedere che c'è ancora qualcuno che si rifà ai princìpi e non cede al vil denaro!
    oh bravi bimbi!!!

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  5. io avevo capito che era tutta una truffa e che volevano sfruttare il tuo ingegno, per questo non mi sono prestato alla bega trafiliera per votare. comunque decisamente ottocenteschi, hai popo ragione

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