19.3.09

-17 Emile Durkheim, Carolina Lussana e il canguro

Lo so, state già cercando di incastrare i tre elementi del titolo per capire che diavolo di senso hanno. Metteteci che il sottotitolo di questo post è:
uno studio sulle contraddizioni del Partito Democratico
e il caos è fatto.
Rinunciateci: questo non è un post con del senso. Questo è un tema sul quale ci vuole almeno fastidio per avere una trattazione che possa apparire un po' sensata.
Io vorrei solo dare alcuni suggerimenti, neanche troppo colti, per provare ad interpretare il momento. Sarà prima d'obbligo istruirvi sulla triade.
Emile Durkheim è il padre, universalmente riconosciuto, della sociologia. Alcuni, i più esistenzialisti, lo ricorderanno per Il Suicidio (1897), testo che mi sento di suggerire a tutti gli emo ado-depressi così, forse, scoprono quanto sono schifosamente condizionati, la smettono di frignare e si redimono. Ad ogni modo, l'Opera di Durkheim è Le forme elementari della vita religiosa (1912). Un libro ambientato in Australia. E qui eccovi una mezza idea su cosa ci porti dalla sociologia ai canguri. Questi ultimi, infatti, sono animali totemici ricorrenti nella cosmologia australiana, e quindi immancabili in uno studio sulla religione totemica. Va detto, per amor d'esattezza, che il succoso bruco witchetty è molto più frequente. E il bruco witchetty non ha nessuna relazione con Carolina Lussana.
La trentasettenne parlamentare bergamasca - che milita, manco a dirlo, nella Lega Nord - è nota per le sue battaglie pro-life, sempre a sostegno della Famiglia e della tutela del corpo delle donne, nonché per l'esercizio della prostituzione in quelle che, a tutti gli effetti, tratteggia come case chiuse. Una strana, ma non inedita, commistione di pseudofemminismo autoritario e legalitarismo.
Cosa lega Carolina Lussana, il canguro e Durkheim?
La risposta potrebbe essere tra le vostre gambe.
Si tratta del pene.
No, il legame non è aritmetico: non è che Carolina Lussana non ne ha, Durkheim ne ha uno e il canguro due. No.
Ah, sì, il canguro ne ha due. Cioè, è uno ma è bifido. Sì, be', visti i precedenti era inevitabile che in questo blog a un certo punto si parlasse di cazzi. Fra l'altro la fisiologia dei marsupiali è molto interessante. Per esempio le cangure (e tutte le marsupiali) hanno due vagine e due uteri, però con un solo ingresso. Sorprendentemente, fanno solo un pupo alla volta. L'altro lo congelano così se il primo schiatta c'è già il sostituto pronto senza la necessità di un altro accoppiamento. Insomma, sono più o meno in regola con la Legge 40: poco sesso, tanta prole. Alla domanda: come fa pipì un canguro con due peni? la risposta è: ha la cloaca come gli uccelli. Si apre il portellone e via tutto, cacche e pipì.
(però salta e non vola)

E tanto mi basta per dire che gli antropologi che sostengono che gli aborigeni si subincidono per imitare i canguri sostengono una vaccata col botto: gli aborigeni, infatti, non fanno cacca e pipì insieme saltellando sulle alture di Canberra.
Ed eccoci arrivati. All'anello mancante, intendo.
Roba per stomaci forti.
Chi tra voi sta pensando, per via della vaccata col botto, che l'anello mancante sia connesso a qualche americano deficiente che riempie palloncini di scorregge di vacca e poi gli dà fuoco facendoli esplodere ha visto troppi film di Bondi&DeSica.
No, dolcezza, la parola chiave, l'anello mancante, è la subincisione.
Ora, in condizioni normali farei tipo un link dov'è spiegato di che si tratta, ma la faccenda è hard, molto hard. Pertanto sarà il caso di procedere per gradi e garantirvi il giusto distacco.
Torniamo, quindi, a Carolina Lussana. Costei ha proposto, lo scorso 30 aprile 2008 (cioè appena insediata, ndr) ben tre disegni di legge. Quella che ci interessa è la proposta di legge 666. No, non è uno scherzo, si tratta davvero del numero della Bestia, e non avrebbe potuto essere più appropriato, da un certo punto di vista.
Il titolo è: "Modifiche al codice penale concernenti la disciplina dei reati di violenza sessuale nell'ambito dei delitti contro la vita e l'incolumità individuale". L'articolo 13 comma 1 introdurrebbe nel codice penale il "trattamento farmacologico di blocco androgenico totale, previa valutazione da parte del giudice della pericolosità sociale e della personalità del reo, nonché dei suoi rapporti con la vittima del reato", che per noi comuni mortali sarebbe la castrazione chimica. Che per noi maschietti fa abbastanza 666. La questione è tornata alla ribalta recentemente, in particolare nel dibattito sul pacchetto sicurezza e relativi emendamenti. Bocciato, l'emendamento della Lega verrà riproposto nel ddl sui reati di violenza sessuale. Ma, come potete leggere nell'articolo della Stampa appena linkato, con un'interessante variante: salvo i casi di obbligatorietà di cui al comma 2 (recidiva e pedofilia), non starà alla discrezionalità del giudice stabilire la castrazione chimica, bensì alla volontà del condannato che, in buona sostanza, potrà commutare parte della pena detentiva in pena corporale.
E qui torniamo alla subincisione. La pratica, che Durkheim non esita a definire a più riprese "dolorosa", può oggi andare sotto il nome tecnico e pulitamente greco di meatotomia, ovvero l'incisione del meato urinario. Ma la subincisione è, appunto, sub- e non semplice -tomia. E qui l'immaginazione ha delle difficoltà: se piscio dal buco in cima, capisco che per farmi tipo uscire un enorme calcolo magari fanno una meatotomia, ma la subincisione dove la fanno? dentro? Sotto? Ma sotto cosa? Ulteriori ricerche (segnatamente l'apposito dizionario di antropologia Fabietti-Remotti) parlano di "incisione del pene dallo scroto al meato uretrale", e uno, immediatamente, pensa a un buco. Perché far percorrere alla pipì tutta la strada su per il pene quando uno può farsela sui piedi praticando un comodo forellino alla base? (magari da decorare con una perlina/tappo o sonasègaìo). Ok, pacifico che i popoli del mondo hanno abitudini assurde (tipo portare a spasso i cani o indossare scarpe con tacchi di 15 cm), ma questa proprio non mi tornava. Così, visto che continuavo a non visualizzare la subincisione, ho tentato un approccio meno teorico e più "sul campo". E visto che nel Queensland non c'è il WiMax, mi sono rivolto ai neotribali, comunità - online e non - di gente dedita a pratiche come il tatuaggio, il piercing e il branding. Ero certo che avrei trovato dei rilievi fotografici della cosa, e infatti finalmente scopro in che consiste, in pratica, 'sta benedetta subincisione.
Non era la definizione del dizionario ad essere poco chiara, è che la pratica ha davvero dell'incredibile.
Un pene parzialmente subinciso risulta così:

Poiché la pratica è graduale e il sangue genitale, presso gli aborigeni, ha un valore particolarmente sacro, nel lungo periodo il pene si trasforma.



Fino alla completa bisezione.
selfdone with lust - jack6

Ma se la trattazione che ne dà BMEzine (Body Modification Ezine) nel suo wiki mantiene il tono piano di uno strumento comunque enciclopedico, i riscontri neotribali sono assai più interessanti. Nel numero 15 del PFIQ (Piercing Fans International Quarterly, il trimestrale internazionale dei fan del piercing) Carl Carrol, scriveva:
My decision to surgically remodel my genitals was deliberate, of deep satisfaction to me, highly exciting, sexually adventurous, and erotically exhilarating...Full erections are still maintained as previously, but now in two complete, separate halves. The erotic zones of my penis are still the same, with orgasms and ejaculations functioning perfectly. Entry into the vagina requires a little extra effort for insertion, but once my penis is inside, its opened effect on the vagina's inner lining is more pronounced, giving better, female orgasmic feelings.

[La mia decisione di rimodellare chirurgicamente i miei genitali fu deliberata, di grande soddisfazione, altamente eccitante, sessualmente avventurosa ed eroticamente esilarante... Si conservano delle piene erezioni, come in precedenza, ma adesso in due metà separate e
complete. Le zone erotiche del mio pene sono sempre le stesse, con orgasmi ed eiaculazioni che funzionano perfettamente. L'ingresso nella vagine richiede un certo supplemento d'impegno per l'inserimento, ma una volta che il mio pene è all'interno, il suo effetto aperto sui tessuti interni della vagina è più accentuato, dando migliori sensazioni orgasmiche femminili]

Il suo pene nel 1982 appariva - pubblicamente - così:

Per Carrol, dunque, si tratta di una pratica che potremmo definire edonistica. Diversa, invece, la posizione di jack6. Per intenderci, si tratta dell'uomo che ha pubblicato la foto del proprio pene completamente bisecato (e il coltello), intitolandola Selfdone with lust. Jack, secondo la sua bio, è un uomo tedesco sposato, di 60 anni, con 4 figli. In una discussione sulla glandectomia, alla domanda "perché lo fate?", risponde:
Penso che vi siano poche ragioni. Per quanto mi riguarda ho il desiderio di modificare e tagliare i miei attrezzi sessuali. Da ragazzino ho staccato pezzi del mio lungo prepuzio e la cosa era molto hot ed eccitante. Sempre, nella mia vita, era meraviglioso pungere con degli aghi la pelle del sesso, il cazzo e le palle. Era contemporaneamente meraviglioso e rilassante. Ma io l'ho soltanto tagliato in due metà. Rimuoverne pezzi - ne ho paura, ma sento che il desiderio esiste. Talvolta lo sogno, che mia moglie tagli via le mie palle durante l'atto sessuale. L'immagine è molto hot e folle per me!!! E un cazzo senza ghianda è molto eccitante per me e credo anche per altri. Così hanno il desiderio di sessioni di rimozione finché la loro regione pubica non è liscia come quella di una donna, penso. Un'altra ragione potrebbe essere, che il cazzo sarebbe più duro senza ghianda, perché sarebbe necessario meno sangue per riempire il cazzo. E quando sarai più anziano, realizzerai che la durezza e durata del tuo cazzo su lunghi periodi di sesso non è così facile come da giovani!!! Così la ghianda mancante rende il cazzo più pieno e più duro.

Se Carrol pensa al piacere della partner, jack6 è centrato sul proprio. Carrol fa degli esperimenti, jack6 continua a fare quello che faceva, portandolo sempre un po' oltre. Ciò che, a mi modo di vedere, li accomuna è la trasformazione del pene in organo esclusivamente sessuale. La minzione in piedi è impossibile, ci si deve sedere. L'uretra perde di funzionalità. L'eiaculazione è presente, ma senza schizzi e, al limite, il pene subinciso è in grado di accogliere in sé l'orgasmo femminile. In questo si torna al canguro, il cui apparato genitale, come abbiamo detto, non è anche apparato urinario. Così il pene bifido del canguro si avvicina molto all'organo di quegli uccelli (come cigni e anatre) che non si riproducono mediante la semplice estroflessione della cloaca. Tale organo, in inglese lo chiamano phallus, in francese pseudo-pénis o semplicemente pene, come in italiano. Nella denominazione inglese/latina, prevale quindi la volontà di sottolineare la distizione di funzioni tra il pene e il fallo a tutto vantaggio del suo uso sessuale e del suo valore simbolico (serve richiamare Leda e il cigno?). Quale che sia la denominazione, il punto interessante è la trasformazione dell'organo per l'incremento del piacere erotico, proprio o del partner.
E qui arriviamo a Carolina "666" Lussana e alla castrazione volontaria.
Mettiamo da parte gli eunuchi, mettiamo da parte la costruzione di potere pubblico e il suo rapporto con evirazione, castrazione e altri atti di "mortificazione del corpo"; mettiamo da parte, per amore di omogeneità categoriale, tutto ciò che è atto di conversione, di sacrificio di un "capitale simbolico" in capitale d'altro genere, speso spesso per ottenerne effetti pubblici o politici. Mi interessa la continuità, la modificazione dell'organo sessuale entro un'attività concepita come attività di piacere sessuale.

ciao
sono olandese, slave 24/7 da ormai quasi dieci anni. ho molti piercings e tatuaggi, principalmente genitali. il mio master vuole che io adesso sia castrato e vuole sostituire le mie noccioline [nuts] con delle palle di ferro, o semplicemente tagliare via del tutto il mio scroto. Ma prima vorrebbe, come precedente, rimuovere i miei capezzoli. Probabilmente quando lo si potrà fare e le condizioni fisiche non avranno troppo impatto vorrà anche che il mio cazzo sia rimosso. Non vogliamo fare esperimenti e vogliamo che sia fatto da un chirurgo espero in una klinica e non avere problemi con le autorità. qualcuno ha dei suggerimenti su cliniche o ospedali dove realizzano queste richieste [?]

Questo è hans, in una richiesta del 31 gennaio. Tre settimane dopo ci scrive che:
ciao gays grazie per il consiglio
Il mio master ha studiato ed è in contatto con varie persone dalla grecia all'estremo oriente. Nell'est è in contatto con un ricco gay che vuole pagare un buon chirurgo a patto che tutti i miei genitali siano rimossi e che li si consegni successivamente a lui. Vi dirò di più del piano del mio master in privato. L'operazione può essere fatta gradualmente dal momento che sono ancora a disagio rispetto all'idea di perdere anche il mio cazzo. Be' non mi è stato consentito di eiaculare negli ultimi anni ma mi sento ancora un uomo. Le estremità dei miei capezzoli verranno rimosse a breve
per adesso

Se c'è almeno una cosa che emerge è che la volontà è relazionale, e non individuale. In questo caso particolare, la circolazione del denaro e quella del piacere si trovano in un paniere economico misto da cui l'unica persona esclusa - e forse non è un caso - è il medico, il solo a cui il piacere sia negato e, contemporaneamente, il solo a compiere un'azione riconosciuta come lavoro che valorizza, economicamente, i genitali mediante l'intervento di asportazione a beneficio della coppia slave/master.
Il détournement ironico m'impone di sollevare una questione: care le mie signore del PD (e anche i miei signori del PD), com'è possibile che, nel vostro sconfinato relativismo culturale e nel vostro immenso liberalismo, definiate "barbarie" la proposta dell'on. Lussana? Se lo stupratore fosse un aborigeno che fareste? Se fosse uno slave? Se lo slave fosse stato costretto a stuprare per ottenere la castrazione chimica? E via ipotizzando...
Una seconda questione riguarda Fini e, in generale, la destra. Consapevoli, ben consapevoli del fatto che molti stupratori sono padri e mariti italiani, c'è un nesso tra la loro ferma opposizione all'emendamento della Lega e la tradizione virilista di cui i nazionalalleati sono portatori?
Infine, veniamo alla nostra Lussana. Che posizione occupa nella circolazione sessuale la volontà castratrice e autoritaria che lei stessa incarna? Che eros esprime Carolina Lussana? Che atto sessuale è in corso tra stato e cittadini? Queste, le rivolgo al buon fastidio, più acuto e versato di me a impostare meglio le domande e tracciare, spero, delle risposte.

12 commenti:

  1. io non ho capito niente di questo post, e quindi, date le premesse ne ho colto il senso, o no????

    comunque ho imparato molte cose interessantissime:

    - quelle cose sui canguri mi hanno colpito molto, più che altro le due vagine mi sembrano interessanti, la questione del congelamento un po' meno, non vorrei essere un canguro congelato...

    - questa cosa della divisione del pene mi pare molto dolosora, ma come fanno a cicatrizzare???

    - che cosa significa essere slave????? io questo non l'ho capito? io sono slave? ognuno di noi può essere slave i ci vuole un patentino? rilasciato da chi???

    Comunque questo pene tagliato in due, sembra proprio un wurstel della coop che non vuole cuocere, che cicatrizzino abbrustolendo in tegame??? del resto si sa, il tegame vuole sempre il manico

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  2. Sono sempre pieno di gratitudine verso le persone che (a loro rischio) mettono piede in settori sconosciuti delle possibili esperienze di un essere vivente. Anche quando si tratta di esperienze che non vorrei mai fare. Ma è meraviglioso conoscerle e stupirsi. Ringrazio anche il narratore dunque!

    P.S. per fralanz: col termine "slave" definirei la predisposizione d'animo di chi desidera essere dominato, in un'ottica che trascende la mera sessualità, ma passandoci dentro. ovvio che a ciascuno spetti capire se stesso a riguardo, ammesso che voglia porsi il problema.

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  3. manifesto per la scissione del pene:

    mozione 1: ma perché non ci mettiamo una zip al pene completamente bipartito, così almeno possiamo pisciare in piedi, che è una cosa comonda????

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  4. ...dopo il commento di fra non so se riuscirò più a mangiare hot-dog alla futura serata herzog del capo...

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  5. Be', son felice che la cosa vi stia interessando e colpendo §;-)

    Sullo slave, più o meno, ha risposto Gabrihell, ma visto il tuo interesse filosofico c'è sempre "Il freddo e il crudele" del tuo odiato Deleuze. Puoi anche iniziare dalla "Venere in pelliccia" di Masoch.
    Per tua informazione, si fa un po' alla volta, e si lascia cicatrizzare un po' alla volta. La foto con la bisezione di jack6 è il risultato del lavoro di un anno intero - così ha scritto.

    Gabrihell, benvenuto ;-)
    Vediamo in che settori metterò piede prossimamente...

    nw, cara, ricorri a un po' d'odio castratore, e vedrai che riuscirai a mangiare un wurstel dietro l'altro! :D

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  6. A me quelle immagini fanno venire in mente più che altro il rapporto
    fra SM e fetish.

    Trasformare o manipolare il pene a vagina può essere ritenuto disforico o meno certamente però è un approccio anti-pene di tipo fetish.

    Mentre nel S/M la castrazione è un discorso sulla idea di castrazione per forze di cose irrealizzabile, pena la cessazione del rapporto slave-master.

    Il tema interessante sarebbe il progressivo inquinamento della cultura S/M con prevalenti elementi fetish...e il recente sovvertimento culturale che questo ha significato e implicato.

    La castrazione chimica rende il pene irrilevante, inerte. La vedo
    in effetti più sado-maso della valorizzazione che anche un gesto estremo di negazione manipolativa,
    in realtà finisce per attribuirGli.

    Lo stato qui non è una Persona, ma è un ordinamento giuridico ogg. A parte la incostituzionalità della distinzione per categorie di condannati, si tratterebbe di
    aderire ad uno schema prefissato
    dalla legge.

    Certo c'è una logica contrattuale:
    castrazione apparente in cambio di sconto di pena. Ma questa logica non si traduce in una volontà, in una discrezionalità, che è il vero
    luogo del potere : la libertà di chi detiene il nucleo del potere sovrano.

    Anzi per certi versi io ti premio
    se tu ti conformi allo schema legale, uno schema stupido peraltro
    perchè il pene non è il luogo della
    aggressività sessuale, ma al più uno strumento come un altro.

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  7. ...mi si scusi, ho i miei tempi!

    Il potere in occidente è, secondo Derrida, femministe varie (Cavarero!) e io misserrimo sono d'accordo con loro, FALLOLOGOCENTRICO. Ruota cioé attorno al Logos e al fallo, al cazzo.
    RAGIONE: potere di nominare, legiferare, e CAZZO: patriarcato, eserciti, controllo della sessualità.

    La destra sa che per governare deve poter decidere della sessualità altrui. Deve poterla controllare, deve poter decidere quando una persona può essere castrata (o uccisa). Chi si castra da sé è un malato, un pazzo e il perché è semplice: sfugge all'ordine di castrazione della società. Più che sfugge... anticipa, lo fa da sè e questo disarma il potere, gli toglie il suo diritto di mettere in essere la sua tecnologia disciplinare.

    I motivi poi che spingono una persona a tagliarsi il pisello da sé credo siano i più svariati ma, scusate, tirerei fuori motivi inconsci legati all'assunzione dell'autorità di castrarsi da sè, e toglierla in questo modo alla sfera del genitore controllore che ti vieta di masturbarti... e altro ancora. Ha comunque a che fare col potere. Autogestito però.

    Non sono però d'accordo sul "Se c'è almeno una cosa che emerge è che la volontà è relazionale, e non individuale". La dimensione relazionale spesso impone limiti alla volontà. Lo stupore di fronte all'escissione del meato credo invece emerga dal pensiero medio sul fatto che si ritiene IMPOSSIBILE che una persona possa volere questo e quindi si è spinti a considerarlo relazionale.
    Per carità, in una società, l'individuo è immerso in una rete relazionale. Ma la volontà (certo può essere indotta) la coltiva da sè e quando emerge e incontra il Reale può essere devastante e lasciare per terra pezzetti del proprio corpo.

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  8. Olè!
    Fastidio, tranquillo per i tempi, ci mancherebbe altro! :D

    Rispondo prima a leofi: interessante questa cosa della contaminazione S/M con il pratiche fetish. Io non ne so molto, per non dire nulla. Ti va di dirci qualcosa di più al riguardo?

    Questa strana forma di contrattualità, in effetti, mi ha molto incuriosito. Per questo suggerisco l'ipotesi di leggere la proposta Lussana attraverso la lente dell'S/M.

    Fastidio, alcune cose mi tornano, altre no. Prendiamo per buono il fallo-logo-centrismo occidentale. Non mi riesce molto chiaro il nesso tra ordine di castrazione della società e sorveglianza/disciplina. È come se leggessi l'auto-castrazione come tecnica di resistenza. Ma mi lascia perplesso una resistenza che assume una forma così smaccatamente speculare alla tecnica del potere, implicando un marcato riconoscimento di quest'ultimo, più che un disarmarlo. Tanto più resto perplesso quando leggo che alcuni di loro, come ho riportato, introducono la "giustificazione" dell'accresciuto piacere femminile: è legittimo leggere atti comunque legati a delle forme di piacere come atti di resistenza al potere? Non lo so. La prospettiva mi pare interessante ma incerta.
    Sulla questione della volontà ammetto di avere un po' tirato via e di non essere stato chiarissimo. Se nelle relazioni S/M si articola una negoziazione tra i desideri e le pratiche di due (o più) soggetti, la volontà a procedere mi sembra più frutto di una trattativa che decisione di una volontà individuale.
    Ammettendo che la volontà possa essere indotta, ammettiamo - e la cosa mi trova d'accordo - che ciascuno non abbia padronanza dei propri desideri. In un mondo letteralmente fatto di relazioni, la cosa mi pare quasi ovvia: le relazioni limitano e orientano sia i desideri che la volontà di realizzarli. Ci vuole una ben particolare Volontà per spezzare l'insieme di relazioni oggettive - materiali e simboliche - incorporate, cioè l'ordine del Reale. O no?

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  9. Il mio intervento, lo chiarisco
    è contro la nosologizzazione del
    colpevole e la privazione della dignità che questo implica, pur nell'espiazione di una pena. In quest'Italia di uomini in grisaglia dove il prefetto Serra può essere candidato tanto a destra che col PD, è possibile solo
    una reazione estetica contro la castrazione chimica, del tipo appunto di quella indotta dalla visione di foto "forti".

    La cultura BSDM si affranca dalla nosologizzazione proprio grazie al consenso libero e responsabile e alla codificazione delle regole di relazione fra pari. C'è un senso positivo in questa metafora ed è
    tutto a favore della relazione S/M.
    anche se ovviamente la metafora è
    forzata.

    Siamo in presenza di una normazione
    del fallo, il fallocentrismo io lo vedrei nel non detto, lo si deduce dall’assenza dell’ipotesi inversa, non solo il fatto che io posso usare attivamente altro che non il pene, ma anche il caso in cui io usi il mio potere sessuale ricettivo con violenza psicologica al fine di procurare un danno ingiusto alla vittima, questi casi in verità assai frequenti fra gay non sono considerati neanche reati sessuali, come se l’erezione fosse per definizione libera. Al più la vittima è appunto definita
    una persona che ha ragionato col cazzo, una "testa di cazzo".

    La commistione di feticismo e pratiche S/M c’è sempre stata. Pensiamo al dressed code dei leather, l’associazione è innegabile. Però il feticismo della pelle rientra in una teatralizzazione della scena sessuale, in cui va a rafforzare l’interpretazione di un ruolo simbolico. In una pratica del tipo Frustami e leccami o meglio frustami e mordimi il fatto che il master indossi anfibi militari e sia skin ed io dei low boots a doppia cinghietta e sia punk è accessorio. Ben diverso è il caso in cui io possa provare un orgasmo a toccare una specifica calzatura qualunque essa sia…in questo caso è il feticcio a realizzare la sostituzione simbolica.

    Dire questo significa dire, con tutta onestà, che io non credo al fatto che si possa praticare la subincisione per il partner, lo si può dire e magari credere, ma io nel momento in cui dico che è fetish, ritengo non sia la verità di ciò che accade. Evidentemente parlo solo di casi di feticci personali, altro discorso sarebbe il feticcio collettivo, che in ogni caso però in quanto collettivo e non personale non può essere neppure di coppia.


    Leofi

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  10. necessita di verificare:)

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  11. Your blog keeps getting better and better! Your older articles are not as good as newer ones you have a lot more creativity and originality now keep it up!

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  12. dove si puo' fare questa modifica al pene ?

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