Un anno fa (forse due) ad un'assemblea di uomini sulla violenza contro le donne una donna intervenne rilevando - e lamentando - che le raffinate elaborazioni statistiche di tutti gli istituti coinvolti ci dicono tutto delle vittime ma, per motivi ignoti, poco o niente degli aggressori.
Mi pare che quest'assenza faccia il paio con la rimozione dei maschi dalle campagne anti-violenza. Correggetemi se sbaglio, ma anche la campagna de l'Unità - tra le poche senza volti tumefatti di donne da proteggere - ripropone questo problema. E in tal senso già femminismo a sud aveva posto in dubbio l'efficacia e il senso di queste campagne. Ma se il maschio violento è potenzialmente qualsiasi maschio, come lo si può rappresentare?
___
Se è vero, e lo è, che la capacità di apprezzare prodotti alimentari destinati ad un pubblico "ristretto" (penso al whisky) è in relazione diretta con una qualche comunanza di vita (genere, geografia, titolo di studio, reddito, professione,...), si può rilevare lo stesso per le pratiche sessuali riservate ad una platea "ristretta" (penso al fisting)?
___
''Hanno un buon livello di istruzione ma sono disoccupati o sottopagati, ed essendo migranti non godono di assistenza sociale'' [...] Questi giovani nati per lo più negli anni '80, ''intelligenti, deboli e che vivono in gruppi'' come i piccoli insetti, cambiano lavoro almeno due volte all'anno senza riuscire a mettere nulla da parte.
Che il problema della remunerazione del lavoro (intellettuale) stia arrivando anche in Cina?
Lo so, lo so, pensavate che parlassi di Roma o Milano...
___
Quando la Destra Storica introdusse la famigerata tassa sul macinato, firmò la sua condanna a morte. Il problema fondamentale che abbiamo noi oggi è che, avendo a che fare con dei parlamentari-zombie e un governo-zombie, non possono morire, non importa quante condanne firmino. Il problema è acuito dal fatto che il monopolio dell'acqua santa ce l'hanno i loro migliori alleati. Dunque ogni legge promulgata e ogni decreto firmato è sì una condanna a morte, ma nostra.
L'ultima tassa sul macinato è raccontata qui. E mi domando quanto ci metteranno i gadget-dipendenti ad accorgersene, lamentarsene e cambiare opinione di voto. Che titolo di studio ci vuole per capire che tassare i supporti per copie che ipoteticamente uno potrebbe fare è quasi come farmi pagare per le sigarette che ipoteticamente potrei fumare (passivamente)? Nota poi che la copia privata è un diritto. Quindi il principio fatto valere dal decreto è che i diritti si pagano.
___
Dopo le inchieste a orologeria e gli arresti a orologeria, tornano - in esclusiva per l'Italia - le bombe a orologeria.
[per una trattazione seria, leggete qui]
___
E' uscito Oltre l'identità sessuale. Magari ve lo recensisco prossimamente...
___
Questo blog è al collasso estetico. Quando ho tempo si cambia tutto.
___
Se è vero, e lo è, che la capacità di apprezzare prodotti alimentari destinati ad un pubblico "ristretto" (penso al whisky) è in relazione diretta con una qualche comunanza di vita (genere, geografia, titolo di studio, reddito, professione,...), si può rilevare lo stesso per le pratiche sessuali riservate ad una platea "ristretta" (penso al fisting)?
___
''Hanno un buon livello di istruzione ma sono disoccupati o sottopagati, ed essendo migranti non godono di assistenza sociale'' [...] Questi giovani nati per lo più negli anni '80, ''intelligenti, deboli e che vivono in gruppi'' come i piccoli insetti, cambiano lavoro almeno due volte all'anno senza riuscire a mettere nulla da parte.
Che il problema della remunerazione del lavoro (intellettuale) stia arrivando anche in Cina?
Lo so, lo so, pensavate che parlassi di Roma o Milano...
___
Quando la Destra Storica introdusse la famigerata tassa sul macinato, firmò la sua condanna a morte. Il problema fondamentale che abbiamo noi oggi è che, avendo a che fare con dei parlamentari-zombie e un governo-zombie, non possono morire, non importa quante condanne firmino. Il problema è acuito dal fatto che il monopolio dell'acqua santa ce l'hanno i loro migliori alleati. Dunque ogni legge promulgata e ogni decreto firmato è sì una condanna a morte, ma nostra.
L'ultima tassa sul macinato è raccontata qui. E mi domando quanto ci metteranno i gadget-dipendenti ad accorgersene, lamentarsene e cambiare opinione di voto. Che titolo di studio ci vuole per capire che tassare i supporti per copie che ipoteticamente uno potrebbe fare è quasi come farmi pagare per le sigarette che ipoteticamente potrei fumare (passivamente)? Nota poi che la copia privata è un diritto. Quindi il principio fatto valere dal decreto è che i diritti si pagano.
___
Dopo le inchieste a orologeria e gli arresti a orologeria, tornano - in esclusiva per l'Italia - le bombe a orologeria.
[per una trattazione seria, leggete qui]
___
E' uscito Oltre l'identità sessuale. Magari ve lo recensisco prossimamente...
___
Questo blog è al collasso estetico. Quando ho tempo si cambia tutto.
Si-culo, le "raffinate elaborazioni statistiche" ci dicono poco perché (ma è solo una mia opinione) sono lo strumento sbagliato per indagare una realtà così diffusa ma, al contempo, sommersa.
RispondiEliminaMagari tirerò acqua al mio mulino (sì, lo sto facendo) ma questo fenomeno viene affrontato sempre e solo, salvo pochi casi isolati, da un punto di vista psicologico o macrosociologico oppure, ancora, dal lato delle repressione pura e semplice. Non è sbagliato farlo ma in questo modo si perde una porzione di realtà fondamentale, quella che attiene alla comprensione del singolo individuo come animale sociale. Mi spiego meglio: osservarne solo gli aspetti psicologici finisce, spesso, per isolare ogni singolo episodio e ridurlo ad una qualche sorta di patologia non collegata alla realtà sociale. Uno sguardo macrosociologico fatto solo di dati aggregati e statistiche, invece, coglie l'ipotesi di una corresponsabilità sociale ma perde le caratteristiche specifiche sfumando l'intero quadro generale. Affrontare la questione, poi, solo attraverso la repressione è un atteggiamento miope che nasconde dietro la punizione le mille ambiguità che la società si rifiuta di affrontare.
Manca, a tutt'oggi, uno studio serio e continuativo con metodi qualitativi (osservazione partecipante, interviste approfondite, storie di vita, ecc.) che mettano in relazione il singolo individuo con la società che lo circonda: abbiamo in sostanza tanti mostri o tanti numeri ma non sappiamo come metterli assieme. C'è chi se ne sta occupando ma si tratta di pochissime persone con mezzi più che scarsi.
Scusami per il "papiello" ma l'argomento mi sta a cuore... ;-)
Ciao,
d-K
Caro d-k,
RispondiEliminail papiello è sempre benvenuto, tanto più che l'argomento sta a cuore anche a me.
Sul tema specifico della violenza contro le donne si intrecciano troppi interessi. Quindi, tra i modi con cui viene approcciato, aggiungerei quello politico. Corpo delle donne-straniero-sicurezza è una triade che continua ad essere usata. Siccome è frutto di una rappresentazione, penso che vada contrastata anche sul piano della rappresentazione [perdona la (con)fusione tra mediatico e politico, ma direi che al momento qui le cose stanno così].
Quindi quando invoco la rappresentazione di "qualsiasi maschio" interrogo e dubito dell'impossibilità di raffigurare un ente, il maschio bianco, che nella sua universalizzazione pare privo di contenuto specifico - un universale che si mantiene "puro" perché ciascuno dei colpevoli individuati smette di far parte di questo universale proprio perché si specifica (che poi è il rischio della psicologia da te evocato). E come si fa a rappresentare una cosa priva di un contenuto specifico? Io non lo so, ma magari qualcuno lo sa. L'intento non è sollevare lo stigma contro il maschio bianco, ma far sì che le campagne anziché puntare sull'iper-responsabilizzazione delle donne puntino sulla responsabilizzazione degli uomini. Magari senza paternalismo e coppie di militari a guardia dei collant.
Su un piano politico-istituzionale, penso però che il macroquadro statistico possa far emergere le condizioni sociali di produzione della violenza, o almeno parte di esse [secondo lo stesso principio di cui sul fisting] e quindi possa incentivare la mobilitazione di risorse (si dice così, no?) atte a intervenire sociopoliticamente sul fenomeno.
Ragionamento che in italiano corrente si riassume: di stronzi è pieno il mondo, bisogna tappare il buco che li caca.
etc... sennò ti stordisco di chiacchiere
(ho comunque provveduto ad aggiornarmi; la mia visione di porno etero si limitava improvvidamente a scene MF o M,M,F o M,...,M,F. Le scene women-only non le prendevo mai in considerazione. Be... una miniera! Un sacco di cliché, certo, ma sono stordito da quello che fanno certe attrici con unghie lunghissime :-o )
RispondiEliminaTi prego, torna ai vecchi colori. Se stacco gli occhi dallo schermo vedo delle chiazze vaganti sul muro (verdi).
RispondiEliminaMeglio così?
RispondiElimina...un dì mi metto di buzzo buono e intervengo sull'HTML. In widescreen quest'affare è illeggibile.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaSi-culo, condivido tutto ciò che hai scritto: il piano politico-mediatico non l'avevo dimenticato, solo evitato per non dilungarmi di più. Comunque hai ragione il problema è chiudere "il buco che caca gli stronzi".
RispondiEliminaRiguardo la rappresentazione, forse iniziare a sperimentare concentrando lo sguardo su chi compie la violenza non sarebbe una cattiva idea, cercare appunto di responsabilizzare chiarendo in continuazione che non è mai colpa della vittima e che non esiste una "natura maschile" incontrollabile da dominare. Se non cambia questa idea il risultato, sarà come al solito di non riuscire a risolvere nulla rimandando sempre al vecchio stereotipo del "maschio selvatico" che riesce a dominarsi solo grazie alla ragione, stereotipo che ha come contraltare quello della donna empatica, sensibile ed irrazionale (la mia compagna quando si sente descrivere così "perché donna" ha voglia di mettere mano ad un lanciafiamme... è una tipa tranquilla... :-D). Non sopporto più la fiera del luogo comune, quella dove la donna etero è sensibile e ritrosa ma un po' puttana; l'uomo etero è cacciatore, razionale ma un po' coglione davanti alla topa; la donna omo è una predatrice sessuale somigliante più allo stereotipo di un camionista tranne che nei porno dove è un "femminone"; l'uomo omo è un predatore sessuale che lo infilerebbe in ogni culo maschile, è tanto sensibile e simpatico... "basta che non ci prova come me che sono un vero maschio"; e così via... Quando si uscirà da questo incubo?
(Riguardo al "fist"... beh, hai ragione, anch'io mi sono chiesto come facciano, quando giocando col mio ano mi sono infilato un dito con l'unghia non ben tagliata è stato parecchio fastidioso. Le tizie in quei porno credo siano zincate all'interno... :-D)
Bon, sull'argomento "uomini" per adesso sto leggendo "Essere Maschi" di Ciccone. Arranca un po' qui e lì, ma mi pare finalmente decente. E in effetti il problema della rappresentazione del maschile, anche in riferimento alle campagne anti-violenza, sembra porselo. Poi vabbe', non c'è neppure la proposta di una soluzione, ma amen.
RispondiEliminaFra l'altro mi chiedo come sia possibile che nessuno veda la contraddizione lampante tra l'enorme e incrollabile razionalità maschile, il suo initerrotto controllo, e il fatto che 'sta costruzione di fine pensiero crolli davanti a un pelo di fica. Ma 'sti maschi selvatici non sono un po' offesi dall'essere rappresentati come sistemi idraulici che a ogni buco gli si rizza e dopo che gli si rizza è la fine? Qui pare che un uomo a pipo ritto è una macchina programmata per arrivare ineluttabilmente fino in fondo, praticamente una sequenza di autodistruzione.
Lo scarabeo stercoraro ha un modo di agire così predefinito e fisso che se gli levi la palla di merda che lui sta rotolando, continua a credere di spingere la palla di merda fino alla tana. Possibile che questi stiano bene con loro stessi quando li si rappresenta altrettanto stupidi? Non pretendo che tutti si creda che l'essere genii colti sia un valore, ma almeno che la cretinità sia un disvalore...
In ogni caso, attendo in gloria di potere vedere online qualche materiale recente (non dico uno studio, ma qualcosa che stia nei paraggi) prodotto dai laboratori di Smaschieramenti e di Maschile Plurale (semmai si decideranno ad arrivare sul web, mannaggia a loro!).