28.6.10

Lettera aperta ai miei coinquilini

Care,
come forse avrete notato, mamma da qualche settimana ha un lavoro e trascorre moltissime ore fuori casa. Quando torna, inoltre, spesso è stanca.
Siccome oramai siete cresciute e presto, si spera, andrete a vivere da sole, è opportuno che vi ricordi alcune norme fondamentali non per essere delle brave casalinghe, ma per alleviare le terribili sofferenze alle quali comunque saranno sottopost_ quant_ decideranno di stare al vostro fianco in futuro.

Iniziamo da alcuni chiarimenti terminologici:
- "pulire la cucina" non significa riporre le stoviglie asciutte e togliere le briciole dal tavolo. Queste due azioni, separatamente, si chiamano "rassettare" e "spolverare". Aumentare il numero di superfici che spazzolate o spolverate, aggiungendo ripiani, mobili e i pomelli dei pensili, è sempre spolverare.
Avrete effettivamente pulito la cucina quando avrete spazzato in terra e poi passato il mocio.
Di solito per spazzare in terra è utile spostare le sedie. Inoltre, il carrello con i taglieri è dotato di ruote: portarlo in corridoio per far sì che si possa pulire anche accanto al secchio della monnezza non dovrebbe risultarvi eccessivamente faticoso.
Lo so, siete marxisti e amate la lotta. Siete anche antisviluppisti e anzi siete per la decrescita, quindi biologico quand'è possibile. Ma le orde di formiche e scarafaggi che si nutrono dei residui di cibo accumulati negli angoli non possono, in alcun modo, ve lo garantisco, essere rubricate alla voce "lotta biologica". Anche perché le muffe che poi ci crescono sopra prendono il sopravvento e ci egemonizzano. E quantunque il loro colore possa ricordare certe uniformi sovietiche, la tendenza delle muffe a sfruttare l'ospite fino all'osso indica chiaramente che il loro trionfo non coinciderebbe in alcun modo con il socialismo reale.

- Mi è assai chiaro che a voi i bicchieri stanno particolarmente antipatici. È infatti noto che qualsiasi recipiente per l'acqua più piccolo di una tazza da noi stenta a sopravviere, con difficoltà simili a quelle che incontrano i cristalli quando nei paraggi c'è il proverbiale pachiderma - e non sto in alcun modo facendo riferimento alle vostre forme aggraziate. Ma "sparecchiare" non è verbo che abbia in alcun modo nessi con la simpatia, chiaro? Quindi ad esempio le tazzine del caffè e i bicchieri del pranzo, benché io li possa anche gradire come prova del fatto che avete mangiato e non vi siete trascurate, sarebbe opportuno farli almeno arrivare al lavello {tanto poi restano lì e vi garantisco che apprezzo lo stesso}.

- Luca, tesoro, la TUA tazzina, quella che ci manderà tutti in bancarotta per quanto zucchero metti nel caffè, necessita terribilmente di essere messa nel lavello e magari inumidita un po'. Te l'ho ripetuto privatamente spesso, speriamo che in pubblico funzioni: LO ZUCCHERO NON EVAPORA, è inutile che ripeti l'esperimento tutte le mattine. Quel bastardo sta lì e solidifica in un crostone di zucchero misto a caffè. Verso le 19.55, quando voglio cucinare e devo prima lavare, la cosa è sommamente irritante - e se finora non ho mai provato a lavarla con il tuo sangue è perché so che ci devi avere tanto di quello zucchero in vena che le cose potrebbero solo peggiorare. Ma per sfinimento potrei fare comunque un tentativo.

- I sacchetti della spazzatura sono sacchetti della spazzatura. Non cornucopie. Inoltre, a differenza di una cornucopia, un sacchetto della monnezza traboccante non presagisce niente di buono.

- I cassonetti sono in via dell'aeroporto, oltre la banca e prima della gelateria*. NON accanto alla porta di casa.
*sì, li hanno spostati; lo so, non ve ne siete accorti.

- Lasciatevelo dire: il vostro interesse per il collezionismo maschera chiaramente una forma patologica di horror vacui. Se proprio non volete speraravi dai turaccioli del vino, dalle confezioni di lenti a contatto e, soprattutto, dagli onnipresenti pacchetti di sigarette iscariotamente vuoti, almeno provate a disporli elegantemente insieme. O comunque insieme - anche poco elegantemente. Al di là del dubbio gusto, infatti, collocarli in ogni interstizio vagamente idoneo, tipo lo spazio tra i vasetti di spezie o quell'angolo così inspiegabilmente attraente tra il barattolo dello yogurt e il microonde, è proprio una rottura di coglioni. Tanto oramai siete maggiorenni e vi posso dire la verità: l'uomo nero non esiste, e non cercherà di sbucare da lì dietro. Quindi è inutile che tappiate tutti gli spazi con quei minchia di pacchetti di sigarette!!!

- No, lasciarli sul tavolo non è la soluzione. L'uomo nero è dentro ai pacchetti di sigarette vuoti. E il modo migliore di liberarsene è schiacciarli e buttarli con la carta.

- Non mi è ancora ben chiaro che tipo di relazione intratteniate con la tovaglia. Non la usiamo mai, tranne che quando abbiamo ospiti. E dopo che la si usa resta lì, come se non potessimo sostenere la vista di un tavolo svestito. Poi improvvisamente scompaiono perché Gianlu deve soddisfare il bisogno irrefrenabile di sciogierle in candeggina. Vi prego di interrogarvi su questo tema e fornirmi qualche indizio affinché io capisca.

- E per concludere il quadro psichiatrico, vi inviterei a prendere seriamente in considerazione il disturbo estetico che vi porta a confondere i barattoli e le bottiglie. Mamma usa i barattoli per metterci dentro caponate, marmellate e preparazioni varie. Ma siccome non distillo liquori le bottiglie di vino è inutile che le conserviate. Il dramma è che quando inizio a fare conserve improvvisamente qualsiasi cosa di vetro viene immediatamente considerata riciclabile. Sì che sono ingrassato, ma non mi si può ancora scambiare per un'isola ecologica, diamine!

- Benché le recenti finanziarie possano avervi indotti a credere il contrario - la qual cosa mi stupirebbe comunque non poco, viste le vostre competenze in economia - le bollette non si pagano da sole. Né evaporano.

- Ma le tazze usate e poi schierate quotidianamente sul bordo del lavello sono messe lì in punizione? Se sì, la vostra è una forma animismo domestico? Giocate a fare la maestra severa con le tazze? Le mettete in riga perché volete fare gli ufficiali? Se no, quale disturbo vi impedisce di metterle dentro?

- Gianluca, tesoro, io apprezzo molto i tuoi sforzi e le tue capacità culinarie. Sono sinceramente soddisfatto, come madre, delle tue preparazioni. Mi si riempie il cuore di gioia quando addirittura riesci a lavare la cucina dopo avere cucinato. Il fatto che però il piatto o la teglia dove stava quello che hai cucinaro resti sudicio fino all'utilizzo successivo è un dispetto?
Ah, magari quando metti il sesamo, per favore, chiedi e ti si dà una mano: lo spargimento con tremarella dà esiti sorprendenti. E tutti gli esiti sorprendenti si stanno lentamente accumulando sotto la lavatrice.

- Sebbene io comprenda quanto la cosa possa apparire ai vostri occhi degradante e svilente, purtroppo il nostro bagno non si trova in una dépendace. Bensì è parte della casa. Quindi, dopo avere realizzato che quando ne varcate la soglia non vi state in realtà teletrasportando chissà dove ma, appunto, ne state solo varcando la soglia, potreste anche valutare l'ipotesi di lavarlo. A tale proposito, io capisco pienamente la finezza di questa mise en abyme, ma la vasca da bagno non è, a sua volta, un'extradimensionalità nell'extradimensionalità, quindi quando pulite i sanitari dovreste pulire anche quella.
Poscritto sulla vasca: non pretendo che puliate la tenda, per carità, non sia mai. Ma se ogni volta che finite di farvi la doccia raccogliete la tenda come se per uscire dalla vasca vi ci volessero tutti i due metri di spazio - cos'è, una disciplina olimpica? fate l'uscita carpiata con un avvitamento e mezzo? - e poi non la lavate mai, finisce che crescono le muffe anche lì. Che poi è esattamente il motivo per cui lo scrivente passa periodicamente a tendere la tenda. Perché, a differenza dello zucchero e delle bollette, l'acqua EVAPORA, quindi la tenda s'asciuga. E voi avete mai visto le muffe crescere all'asciutto?
(No Luca, quelli sono cactus)

- Ma i pacchi di pasta aperti in cima al pensile di Gianluca, dove le tarme stanno banchettando e moltiplicandosi come mormoni nello Utah, sono un ricordo di quando c'era la Virgi? Io li ho notati solo stasera, ma ho un terribile presentimento - e no, col cazzo che li tolgo: con il nugolo di bestiacce se la vede uno di voi, mamma ha da lavorare e si stanca a salire sin lassù.

- Per quanto tentiate, nessuna delle muffe che si sviluppano sui cibi abbandonati in frigo evolverà mai in uno psicanalista di fiducia col quale parlare nei momenti di solitudine. Il vostro esperimento è viziato all'origine: uno psicanalista, notoriamente, è qualche scalino evolutivo al di sotto di quello delle muffe. Quindi nessuna evoluzione può portare ad uno psicanalista. Quelli circolanti sono infatti veri e propri fossili viventi, tipo gli squali - in una parentela che si rende evidente nelle loro tariffe. Perciò non vi chiedo lo sforzo di buttare i vegetali in avanzato stadio di ammuffimento, ma vi incito a maggiore prigrizia affinché compriate meno.

- Luca, Elisa ha una lavatrice, noi no. Vedi tu dov'è che ha più senso sfogarsi lavando i piatti (e rompendo i bicchieri).

- Nel bagno basta entrarci. Non è necessario fare irruzione.

- E viceversa quando uscite.

- Perché quando io mi chiudo in bagno uso la chiave e voi invece sbarrate un chiavistello arrugginito? E, soprattutto, ma dove minchia è 'sto chiavistello?!

- La vostra passione per gli esperimenti si arresta inspiegabilmente davanti al fischio della manopola dell'acqua fredda del lavandino del bagno. Perché? Davvero, perché? Quanto tempo ci metterete ad accorgervi che quando parte quello stridore infernale non riuscirete a ridurlo chiudendo un po' il rubinetto? Infatti - vi svelo il segreto - quando chiudete un po', il rumore si fa solo più acuto, quindi più insopportabile. Basta invece che apriate di più, e poi chiudete. È facile, lo giuro. È bastato sperimentare un po'. O voi fate esperimenti solo con le muffe?

Infine, vorrei ricordare un caro estinto - per lo meno estinto nella vostra percezione. Quella cosa che calpestate quotidianamente quando entrate e uscite di casa e quando vi spostate da una stanza all'altra, meglio nota come corridoio, non ha meno dignità delle altre stanze solo perché non è teatro dei vostri amplessi. E anche lui, ogni tanto, vuole essere scopato.

Con affetto,
mamma

4 commenti:

  1. amo'! vieni a vivere con me, ti prego!

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  2. solo per precisare alcuni punti (Gianlù, ascoltami):

    DA CHE MONDO E' MONDO, la vasca si pulisce facendosi il bagno, la doccia, ecc. E' una cattiva abitudine igienista oltre che uno spreco di tempo e di acqua pensare che essa necessiti di ulteriore pulizia.

    Il corridoio, l'antibagno, e tutti quegli enti che non hanno una funzione chiara (non sono cucina, non sono stanza, non sono bagno), purtroppo devo dire purtroppo NON SI PULISCONO (cioé né si puliscono da soli né possono essere puliti). Fuoriescono da qualunque criterio di assegnazione dei compiti. Incaponirsi contro questa legge di natura è non solo luciferino ma anche perverso.

    Splendida la storia di Elisa che ha la lavatrice ma voi no, un giorno me la spiegherete. (non ho capito neanche cosa ci fa con i bicchieri, se li lava in lavatrice. si rompono). (ma poi scusa non ve la può prestare? affittare? beh insomma fatti vostri).

    splendido post, infine. credo che i tuoi coinquilini rimarranno ammirati, divertiti, stupiti, e ti lasceranno continuare a fare le pulizie

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  3. Cara mamma,

    l'affetto è reciproco.

    Ne riparliamo a voce domani quando torni dalla miniera.

    igienicamente tuoi,

    i bimbi

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  4. sei un genio!
    trovati dei coinquilini capitalisti, fidati di zio tuo mamma!

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